Lo sci non è solo sport e divertimento ma soprattutto sicurezza, per questo è fondamentale che vengano definiti i profili di responsabilità di gestori e utilizzatori delle piste, ha dichiarato la Presidente di ANEF Valeria Ghezzi, intervenendo ad un’Audizione alla X Commissione del Senato.
Nel complesso le modifiche proposte della Legge 363 del 2003 rappresentano un importante ammodernamento e contengono alcuni principi e disposizioni che Anef condivide appieno. Abbiamo, tuttavia, chiesto di valutare l’opportunità di estendere l’obbligo del casco dagli attuali 14 anni fino ai 18 anni lasciando libera scelta ai maggiorenni in merito all'utilizzo per non porre le località sciistiche italiane in una posizione di svantaggio rispetto alle destinazioni straniere, dove l’uso del casco non è previsto per legge.
Un altro punto controverso portato all’attenzione della Commissione riguarda l’introduzione di un “bollino azzurro” per identificare le piste sicure e del “numero chiuso” sulle piste. Considerato che l’apertura di una pista è già condizionata al rispetto di una normativa che stabilisce parametri chiari e ben definiti per determinarne la sicurezza, ma anche che regolamenta l’afflusso potenziale, riteniamo fuorviante dover prevedere un’ulteriore certificazione di “sicurezza” che rischierebbe di far percepire le piste prive di “bollino” come meno sicure e di attenuare la responsabilità soggettiva dello sciatore. Un numero chiuso sarebbe poi inattuabile: basti pensare ai caroselli e collegamenti che rendono le nostre piste famose nel mondo. Come potrebbe a fine giornata ogni sciatore rientrare al luogo di partenza, se i transiti vengono bloccati o limitati?
Abbiamo infine proposto una modifica attualmente non prevista in alcuno dei testi analizzati, consistente nella espressa facoltà di richiedere allo sciatore il rimborso spese per gli interventi di soccorso sulle piste. Sarebbe una soluzione che, già adottata in alcune località della Valle d’Aosta, Alto Adige e Lombardia, consentirebbe un considerevole risparmio per il bilancio pubblico che attualmente finanzia il servizio e un’importante riduzione delle richieste di intervento per piccoli infortuni.
Ritengo, conclude Ghezzi, che in un contesto internazionale caratterizzato da forte concorrenza e in un momento economico particolarmente complesso ed incerto sia necessario consentire alle aziende e ai territori di mantenere adeguati profili di competitività del sistema sciistico italiano, non gravando le società di ulteriori costi.
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