Firmato oggi a Padova l’accordo che sancisce l’adesione dell’Associazione a Confindustria Padova,
a cui è affidata la tutela e promozione delle istanze termali di tutti i 110 stabilimenti euganei.
E’ il primo passo verso la piena integrazione e la rappresentanza unica del comparto alberghiero.
Entro settembre avviso comune su semplificazione e sanità, relazioni industriali, promozione.
«La politica regionale torni al turismo. Sei mesi per una governance più chiara e snella»


Peghin: «Svolta storica per le imprese e il territorio. Il turismo chiede una regia strategica».

Albertin:«E’ l’anno zero per la categoria. L’unione degli operatori è imprescindibile»

L’Associazione Albergatori Termali Abano Montegrotto aderisce a Confindustria Padova per il rilancio del turismo termale. Le due associazioni di categoria hanno ufficializzato oggi la volontà responsabile e condivisa di stringere una collaborazione forte e duratura. Gli obiettivi sono garantire una rappresentanza unica e unitaria alle imprese del territorio e sviluppare sinergie, strategiche e operative, per un cambio di passo che faccia del turismo termale il volano della ripresa.

Il primo atto è l’accordo firmato questa mattina a Padova dal presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin e dal presidente di Assoalbergatori, Giuseppe Albertin, che sancisce l’adesione di Assoalbergatori, per la parte termale, a Confindustria Padova. Le due associazioni, pur mantenendo la propria autonomia e gli organi statutari, si impegnano ad assicurare una sempre maggiore e funzionale promozione, tutela e rappresentanza degli imprenditori del territorio, attraverso il coordinamento e la concertazione sui temi di competenza istituzionale e la progressiva integrazione dei servizi offerti.  

Una svolta storica verso la semplificazione della rappresentanza degli albergatori, che pone le basi di una regia strategica per il comparto che ne rilanci le potenzialità. Il turismo e il termalismo padovano, infatti, hanno pagato dazio alla crisi e alla concorrenza di nuovi Paesi, in particolare dell’Est europeo per le terme, registrando una costante erosione di presenze, soprattutto straniere, dal 2001 al 2008 (-23,8%), ancora più marcata per le Terme Euganee (-34,8%). Oggi l’impresa turistica è alla ricerca di strategie per rilanciarsi. Un obiettivo che richiede investimenti, semplificazione ma soprattutto una regia strategica. E a cui l’accordo dà una concreta risposta.

Ma quali sono gli effetti operativi dell’intesa? Un gruppo di lavoro paritetico di sei imprenditori avrà il compito di elaborare una piattaforma comune su tre temi: semplificazione e sanità (iter burocratico e autorizzazioni), relazioni industriali e contratto di lavoro (integrativo, flessibilità), promozione e rilancio del turismo termale. Entro settembre presenterà un avviso comune, oltre ai criteri di regolamentazione dei rapporti tra le due associazioni, con l’obiettivo di arrivare alla piena integrazione e alla rappresentanza unica della categoria alberghiera.
L’accordo ha inoltre l’ambizione di incrementare i nuovi progetti per le imprese, offrire servizi sempre più evoluti e “su misura”, essere interlocutore autorevole nelle scelte di programmazione del territorio. Un primo successo concreto è già stato ottenuto: la Regione Veneto ha messo a disposizione della categoria compatta un cofinanziamento di 500mila euro (altrettanti dovranno essere finanziati dagli operatori) per il Piano di rigenerazione turistica del Bacino Termale Euganeo, un progetto straordinario di rilancio della fangobalneoterapia in Italia e all’estero. La progressiva integrazione si tradurrà, inoltre, in vantaggi netti per gli albergatori termali e in minori costi su temi come ricerca scientifica, formazione, servizi consortili di guardia medica.

«Siamo a una svolta storica per il turismo e il termalismo euganeo - dichiara Francesco Peghin presidente di Confindustria Padova -. L’accordo di oggi fa compiere un salto di qualità al sistema associativo, in grado di far fronte alle complessità del mondo in cui operano le nostre imprese e di combinare le rispettive eccellenze. Siamo convinti che il settore vada rifondato, a cominciare da una rappresentanza responsabilmente unita. Ne siamo così convinti che il primo passo lo facciamo in casa nostra. E’ un segnale di responsabilità nell’interesse dei nostri associati e verso il territorio, per superare la frammentazione, dare più peso negoziale alla rappresentanza, più forza propositiva alle idee e ai fattori di rilancio come il turismo congressuale e il benessere».
Secondo Giuseppe Albertin, presidente di Assoalbergatori «questo accordo segna l’anno zero per la nostra categoria. L’unione è di fatto imprescindibile perché gli hotel svolgono attività similari se non uguali e il piano di rilancio che stiamo condividendo va nella direzione di commercializzare il fango in maniera più incisiva e programmata, unendo la propositività di ambo le parti. La Regione in primis ce lo chiede, ma vogliamo fare sistema anche con la Provincia di Padova, la Camera di Commercio e tutto il sistema territoriale. Auspico che l’unione possa essere forte anche a proposito di contratto di lavoro e integrazione dei servizi».
«L’accordo - aggiunge Davide Bresquar presidente Sezione Terme e Turismo di Confindustria Padova - è un traguardo ma soprattutto un punto di partenza. Il rilancio del settore turistico e del gioiello di casa che è il termalismo, può fare da traino per l’intera economia del territorio. Non dimentichiamo che il bacino euganeo conta 5.000 addetti e un fatturato diretto di 350 milioni. Presentarci uniti dove si prendono le decisioni è la base per costruire il futuro. Una sfida che possiamo vincere solo insieme»

VERSO IL VOTO REGIONALE: 6 MESI PER UNA GOVERNANCE PIU’ SNELLA. In vista del voto regionale, i presidenti di Confindustria Padova e Assoalbergatori lanciano un appello «affinché la politica torni al turismo», settore con grandissime potenzialità di crescita, e indicano le priorità. In primo luogo, la semplificazione di norme e procedure burocratico-amministrative; la revisione dei criteri di assegnazione delle risorse in base alla capacità di investimento e alla progettualità dei territori, più che alla mera capacità ricettiva. Ma il primo punto è il riordino delle competenze nell’ambito della nuova legge quadro regionale sul turismo, semplificando e chiarendo la micro governance locale, per non lasciare spazio a sprechi e sovrapposizioni. Su questo i due presidenti indicano un obiettivo sfidante: «Sei mesi per una governance più snella, chiara ed efficace».

DAL TURISMO IL 5% DEL PIL VENETO. PADOVA 18.a PER SPESA DEGLI STRANIERI. Con 6 miliardi 73 milioni di euro il Veneto rappresenta l’11,5% del valore aggiunto del turismo in Italia (Istat 2007). Il contributo del turismo al Pil regionale è pari al 4,6%, ma con l’indotto si sfiora il 10%. Il Veneto ha 3.248 alberghi, il 9,5% del totale Italia. La provincia di Padova detiene l’8,5% della ricettività regionale, con 277 alberghi e 28.108 posti letto. Nel 2008 gli arrivi di turisti in provincia di Padova sono stati oltre 1 milione 300 mila, le presenze hanno raggiunto i 4,5 milioni. Prevale il turismo italiano, con il 57,5% di arrivi e il 55% di presenze, ma gli stranieri sono tuttora uno zoccolo importante (42,5% di arrivi, 45% di presenze). Lo conferma la spesa dei viaggiatori stranieri, indicatore che issa Padova al 18° posto fra le 107 province italiane, anche se il dato è in calo nei primi dieci mesi del 2009 (-5,9%).
Fra gennaio e novembre 2009 il flusso turistico ha registrato un calo di arrivi del -5,7% e di presenze (-3,6%), determinato in larga misura dalla flessione di stranieri (-12,5% gli arrivi, -6,9% le presenze), mentre tiene il turismo domestico (-0,4% gli arrivi, -0,9% le presenze). I venti di crisi, e la concorrenza aggressiva di nuovi competitor, hanno determinato una lenta ma costante erosione di presenze straniere dal 2001 al 2008 (-23,8%), ancora più marcata per le Terme Euganee: -34,8% pari a 748 mila giornate in meno.

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