Nell’ultimo aggiornamento Eurocontrol ha rivisto al rialzo le previsioni del traffico aereo con la prospettiva che già nel 2024 si potrà superare il livello pre Covid in Europa. A febbraio Eurocontrol aveva sancito che nel 2022 l’Europa aveva visto 9,3 milioni di voli operati, ovvero 1,8 milioni in meno del 2019 (l’83%). Per quest’anno, invece, si stimava di raggiungere il 92% , equivalente a 10,2 milioni di voli. Se lo scorso anno la domanda è stata fortissima, l’operativo reale però è stato segnato da disagi, caos e cancellazioni che hanno rallentato la crescita.

Quest’anno, invece, le compagnie aeree si stanno spendendo per evitare di commettere ulteriori errori e garantire la prima vera stagione di normalità. Le sfide sono tante – carenza di personale, di aerei, gap tecnologico e scioperi – ma Eurocontrol resta ottimista augurandosi di arrivare entro il 2025 a sfondare quota 11,1 milioni di voli.

Durante il recente summit di Airlines for Europe (A4E) a Bruxelles, l’ente, nel suo report a sette anni, ha ipotizzato perfino uno scenario che vede lo spazio aereo ucraino (e di riflesso anche bielorusso, moldavo e russo) chiuso fino al 2029 in un contesto di una guerra che non ha una fine rapida.

Dopo il 2025, la crescita dei voli dovrebbe essere in media dell’1,5% all’anno nelle previsioni di base, a causa delle maggiori incertezze nell’orizzonte di sette anni legate a un’inflazione più elevata, alla pressione sui prezzi del petrolio e alle preoccupazioni ambientali.

Dal punto di vista economico ha evidenziato i rischi di un ulteriore ribasso delle stime a causa di nuove problematiche legate all’approvvigionamento energetico e al calo della fiducia dei consumatori.

In sostanza Eurocontrol resta ottimista per il biennio 2023-24, ma evidenzia che se non ci sarà un cambio di rotta rispetto a inflazione e geopolitica, il trasporto aereo europeo rischierà di pagare un prezzo molto alto negli anni a venire.

(Per maggiori informazioni: www.eurocontrol.int)