La Cina riprenderà i tour di gruppo verso altri 40 Paesi, tra cui Nepal, Vietnam, Iran, Francia, Spagna, Italia, Grecia e Brasile, a partire dal 15 marzo secondo il Ministero della Cultura e del Turismo cinese. Si tratta del secondo gruppo di destinazioni del programma pilota per i viaggi di gruppo all’estero, dopo che il 6 febbraio il Paese ha autorizzato il primo gruppo di 20 Paesi e regioni. Raggiunge così quota 60 il numero totale di Paesi e regioni partecipanti al programma pilota a partire dal 15 marzo.

La Corea del Sud, il Giappone, l’Australia e gli Stati Uniti, che prima dello scoppio della pandemia erano tra le prime 15 destinazioni all’estero dei visitatori cinesi nel 2019, non fanno parte però del secondo lotto perché alcuni dei quattro Paesi non hanno revocato le restrizioni al controllo Covid-19 per i viaggiatori provenienti dalla Cina.

I dati della piattaforma di viaggi Fliggy, di proprietà di Alibaba, mostrano che le ricerche di biglietti aerei internazionali sono aumentate del 185% già un’ora dopo la pubblicazione dell’avviso. Nell’ultimo mese, le richieste di visto sono aumentate dell’87% sull’agenzia di viaggi online TravelGo, mentre su un’altra piattaforma, Qunar.com, le prenotazioni di voli internazionali sono raddoppiate a febbraio rispetto a gennaio e il volume delle ricerche di visti è cresciuto di sei volte.

Nel 2019 10 milioni di turisti cinesi hanno viaggiato in Europa e un terzo ha visitato l’Italia, per un totale di 3 milioni di arrivi e 5 milioni di presenze.

È un mercato piccolo rispetto alle potenzialità, se si considera che solo il 10-15% dei cinesi ha il passaporto e solo il 7% può viaggiare liberamente.

La previsione è che si tornerà ai livelli pre pandemici nel 2024, se non addirittura nel 2025. L’apertura di gennaio, con la rimozione della quarantena al rientro in Cina, sta per ora generando un timido traffico business che sarà seguito da turisti leisure individuali e d’ora in avanti anche dai gruppi. Le previsioni del China Outbound Institute già parlano di 8 milioni di viaggiatori che usciranno dai confini cinesi nel primo trimestre 2023, circa 12 milioni nel secondo e 40 milioni negli ultimi due, per un totale di 60 milioni di viaggiatori che sconfineranno dalla Greater China. Di questi, il 10% arriverà in Europa, con un terzo che sceglierà l’Italia. Possiamo quindi aspettarci 1,8-2 milioni di turisti cinesi in arrivo nel nostro Paese nel 2023 con una prima ondata a luglio e agosto, con un picco in autunno per la Golden Week, la prima settimana di ottobre.

Positive, inoltre, le previsioni sulla spesa turistica individuale, che nel 2019 era stata di 280-300 euro al giorno, ma sarà più alta di prima, anche se nel caso dei gruppi è assorbita all’80% dalle grandi agenzie di viaggi cinesi con corrispondenti in Europa, che restano l’intermediario preferito dai tour operator cinesi.

Una survey firmata Intarget, basata su dati Global Web Index, rivela come sono cambiate le abitudini dei cinesi in tre anni di chiusura investigando sul sentiment dei turisti altospendenti (tra i 27 e i 58 anni). Positivo il mood: il 70% è convinto che nei prossimi sei mesi l’economia, i problemi ambientali e le personali risorse finanziarie miglioreranno. In testa tra le tipologie di vacanza preferite dai viaggiatori facoltosi cinesi: i resort (66,2%), le Spa (52,6%) e i parchi tematici (51,4%).

Focus anche sulla tecnologia perché il viaggio, per il turista cinese, inizia dallo smartphone. Si lascia ispirare dai Kol (Key Opinion Leader) e cerca idee su Douyin e XiaoHongShu per poi organizzare i suoi viaggi su WeChat o attraverso online booking app come Ctrip.

(Per maggiori informazioni: www.alibaba.com; www.enit.it; www.china-outbound.com; www.intarget.net)