Secondo il report "The State of Tourism and Hospitality 2024” di McKinsey il 2024 sarà un anno di riallineamento ai numeri del 2019, con 1 miliardo e mezzo di turisti nel mondo che si stima spenderanno 8600 mld di dollari, tra questi i crocieristi saranno 30 mln con il comparto crociere che pesa per un 2% sui volumi globali.

Entro il 2030 sono attese globalmente 1 mld e 800mila persone in viaggio. Sono le esperienze quelle che crescono di più, con una spesa che raddoppia e che vede in testa alla classifica iconic sites, fine dining- wines ed eventi live, come categorie più desiderate dai turisti.
Questo scenario racconta certamente grandi opportunità, ma esiste anche l’altra faccia della medaglia: l’80% dei flussi, infatti, si concentra sul 10% dei siti turistici.
Nel 2023 l’Italia ha superato i 14 mln di passeggeri movimentati e nel 2024 probabilmente l’asticella verrà superata in particolare al porto di Civitavecchia che si conferma 1° porto italiano per movimentazioni con 3,3 mln di pax, poi c’è Genova con 1.7 mln, Napoli, Palermo, Savona, La Spezia, Livorno, Venezia. L’Italia è il 1° Paese di destinazione europeo e il 3° come mercato di provenienza, ci sono tanti giovani, e la crescita nella componente millennials è di almeno il 6% annuo, un segnale molto positivo che ci fa ben sperare per il futuro.
Secondo la fotografia tracciata da CLIA, il 30% dei ricavi del comparto arriva dalle attività accessorie, le escursioni a terra ad esempio, ed è proprio qui dove si concentrano molti dei problemi e delle opportunità sull’overtourism. Il crocierista inoltre, spende in media il 50% in più degli altri turisti ed ha una probabilità più alta di tornare una seconda volta nelle destinazioni toccate in nave. Uno studio dedicato ha messo in evidenza che addirittura il 60% dei crocieristi torna su una destinazione nei due anni successivi al primo attracco.
(Per maggiori informazioni: https://cruising.org/en-gb;https://www.mckinsey.com/it/overview)