Secondo Cirium la capacità globale delle compagnie aeree è pronta a superare i livelli del 2019, ma mentre il traffico transatlantico è tornato ai livelli pre-Covid, quello verso il Pacifico e dall’Europa verso l’Asia è diminuito rispettivamente del 31% e del 17%. Al contrario, i vettori cinesi non soggetti al divieto russo hanno aumentato i voli: Air China, China Southern Airlines e China Eastern Airlines hanno aggiunto capacità per i collegamenti verso Londra rispetto a prima della pandemia. Al contrario, British Airways, un tempo il secondo operatore di voli per la Cina, oggi offre quasi il 40% di posti in meno su quelle rotte rispetto a prima del Covid.
I collegamenti da e per la Cina viaggiano tuttora a rilento, mantenendo un mercato importante ai margini della ripresa. Le compagnie aeree hanno lottato con le persistenti strozzature nella fornitura di aeromobili, un problema lasciato in eredità dalla pandemia. Inoltre, lo spazio aereo russo resta chiuso per molte compagnie aeree occidentali, aggiungendo una serie di sfide. Non da ultimo, questa settimana i vettori hanno ampiamente modificato gli operativi in seguito all’attacco di Hamas contro Israele.
Infine, come evidenziato dalla Iata, nel 2023 i profitti del settore saranno inferiori al 40% rispetto al dato del 2019, con i viaggi d’affari che non hanno ancora recuperato i volumi di un tempo.
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