Dialogo è la parola chiave per costruire con le istituzioni, le associazioni ambientaliste e tutti gli attori della filiera il futuro della montagna. Gli impiantisti hanno scelto anche quest’anno una località di mare, Bibione, per lanciare nel corso dell'Assemblea annuale di Anef il loro messaggio e per discutere delle sfide che si trovano ad affrontare nel percorso verso una concreta sostenibilità delle imprese funiviarie.
Gli imprenditori che lavorano negli impianti a fune sottolineano la propria centralità nell’economia di montagna, e il proprio fondamentale ruolo nell’offerta di posti di lavoro e nella creazione di valore nelle terre alte, di insostituibile supporto alle comunità locali e di attivo presidio del territorio. Questo si traduce in 400 aziende, 1,5 mld di fatturato, 2,2
mld gli immobilizzi, 15.000 persone di cui un terzo a tempo indeterminato, numeri che, considerando l’intero indotto, vanno moltiplicati fino a 7 volte per i fatturati e per 5 quando si parla dei lavoratori. Un’industria che opera in piena sintonia con l’ambiente, visto che i 1500 impianti di risalita e i 3500 km di piste esistenti occupano in tutto 90,5 km
quadrati, lo 0,03% del territorio italiano e lo 0,07% del territorio italiano montano. Solo in vista dell’inverno 2023/2024 le imprese funiviarie hanno investito oltre 250 milioni di euro per migliorare la fruibilità della montagna e per reggere la competizione con le altre aree alpine. In quest’ottica è essenziale il supporto delle istituzioni, a partire da “Industria 4.0” così come un aiuto per gli investimenti di ammodernamento sugli impianti di risalita e di innevamento e misure per calmierare il prezzo dell’energia e delle materie prime. Aiuti concreti che andrebbero accompagnati da una semplificazione burocratica.
Conoscenza e consapevolezza – del ruolo e dell’impatto delle aziende funiviarie oltre che del contesto climatico in mutamento in cui operano – è il secondo concetto fondamentale per affrontare le sfide del futuro: essere sostenibili e adattarsi ai cambiamenti climatici. L’impatto zero non esiste, ogni azione comporta una effetto – ha commentato Ada Rosa Balzan, responsabile sostenibilità di Federturismo Confindustria e presidente di ARB SPBA – È sempre più importante che le aziende siano in grado di misurare il proprio impatto e avviare così le azioni necessarie per essere sostenibili.
La centralità del settore impianti a fune all’interno del sistema turistico italiano è stata ribadita da Marina Lalli presidente di Federturismo Confindustria che ha sottolineato come gli impiantisti siano un pilastro fondamentale del turismo italiano che merita tutta l’attenzione che va rivendicata a gran voce da parte delle istituzioni. La domanda che dobbiamo porci è: senza gli impianti di risalita quante persone sarebbero in grado di godere della montagna? Dopo una stagione finalmente positiva si chiede un cambio di passo: il ddl Montagna che sarà discusso nelle prossime settimane è atteso per segnare una svolta nella considerazione che le “Terre alte” avranno in seno alle istituzioni. La montagna è un valore trasversale, non è né di destra né di sinistra ma è una comunità che dobbiamo tutelare e difendere e a cui dobbiamo dare l’opportunità di lavorare” – ha spiegato Valeria Ghezzi, presidente di ANEF
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(Per maggiori informazioni: b.ongaro@federturismo.it)