Secondo il rapporto di Aci Europe il traffico passeggeri attraverso la rete aeroportuale europea è aumentato del 48% a febbraio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, quando i viaggi erano limitati dalle restrizioni relative a Omicron. La crescita è trainata prevalentemente dal traffico passeggeri internazionale (+58%) con il traffico passeggeri nazionale (+22%) Rispetto ai livelli pre-pandemia (febbraio 2019), il traffico passeggeri lo scorso febbraio si è attestato al -12%, pressoché invariato rispetto al mese precedente (-11%). Il 40% degli aeroporti europei ha recuperato o superato i volumi pre-pandemia. Con un aumento del 53%, gli aeroporti Ue (Eu, Eea, Switzerland, Uk) hanno registrato una crescita del traffico passeggeri al ritmo più rapido a febbraio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ciò riflette il fatto che le restrizioni relative a Omicron sono rimaste le più rigide in questo blocco. Gli incrementi maggiori sono stati registrati dagli aeroporti di Cipro, Malta (entrambi a +92%) e Austria (+81%).
Rispetto ai livelli pre-pandemia, il traffico passeggeri si è attestato al -12%, ma con significative differenze nelle prestazioni. Dieci mercati nazionali hanno raggiunto o superato una piena ripresa a febbraio. Le migliori performance sono arrivate dagli aeroporti di Portogallo (+18,9%), Lussemburgo (+10,9%), Cipro (+9,7%), Malta (+5,3%) e Bulgaria (+4,9%).
Al contrario, gli aeroporti in Slovacchia (-46,7%), Slovenia (-38,5%) e Germania (-33%), Repubblica Ceca (-29,9%) e Svezia (-28,3%) sono rimasti i più lontani dal raggiungimento di una piena ripresa. Ciò riflette un mix di fattori tra cui l’impatto della guerra in Ucraina, la mancanza di penetrazione o la perdita del traffico delle compagnie low cost e l’azione sindacale.
Tra i maggiori mercati Ue e – a parte la sotto performance degli aeroporti in Germania – gli aeroporti in Spagna (+2,2%) hanno registrato i migliori risultati seguiti da quelli di Francia (-7,3%), Italia (-10,6%) e Regno Unito (-12,9 %). Negli aeroporti del resto d’Europa (Albania, Armenia, Bielorussia, Bosnia, Erzegovina, Georgia, Israele, Kazakhstan, Kosovo, Northern Macedonia, Moldova, Montenegro, Russia, Serbia, Turchia, Ucraina, Uzbekistan) il traffico passeggeri è cresciuto del 23% a febbraio rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Il traffico passeggeri dei primi 5 aeroporti europei è cresciuto del 55% a febbraio rispetto allo stesso mese dello scorso anno. I volumi sono rimasti a -11,7% al di sotto dei livelli pre-pandemia (febbraio 2019). L’impatto positivo della riapertura del mercato cinese è stato limitato durante il mese e deve ancora concretizzarsi.
Tra gli attuali primi 5 aeroporti europei (Heathrow, Istanbul, Parigi Cdg, Madrid, Schiphol) Istanbul e Madrid sono rimasti gli unici ad aver recuperato completamente i livelli pre-pandemia (febbraio 2019).
Londra-Heathrow è tornata a febbraio ad essere l’aeroporto europeo più trafficato. Il traffico passeggeri è aumentato dell’81,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, consentendo all’hub britannico di ridurre il divario con i volumi pre-pandemia (-5,1%).
Istanbul è arrivata seconda, con volumi di passeggeri in crescita del 41,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e del +4% al di sopra del livello pre-pandemia. Dopo l’hub turco si è classificato Parigi-Cdg a +52,8% rispetto a febbraio 2022 e a -11,9% al di sotto dei volumi pre-pandemia.
Madrid ha mantenuto la quarta posizione con il suo traffico passeggeri a +45,1% rispetto a febbraio 2022 e +0,6% rispetto ai livelli pre-pandemia. Amsterdam-Schiphol ha chiuso a +42,1% rispetto a febbraio 2022 e a -21,9% al di sotto dei volumi pre-pandemia.
L’andamento del traffico passeggeri degli altri aeroporti di grandi dimensioni (cioè con più di 25 mln di passeggeri l’anno) e capitali nel mese di febbraio riflette una ripresa ancora in gran parte trainata dalle rotte intraeuropee e transatlantiche, alimentate dalla domanda leisure e caratterizzate da un significativo, ma selettivo ampliamento della capacità da parte dei vettori ultra-low cost.
Di conseguenza, Lisbona (+18,8%), Tel Aviv (+13,6%), Dublino (+2,4%), Atene (+2,2%) e Palma di Maiorca (+1,1%) hanno superato i volumi pre-pandemia (febbraio 2019). Intanto Berlino (-44,1%), Monaco (-29,3%), Helsinki (-28,1%), Praga (-28,7%), Francoforte (-25%) e Londra-Gatwick (-22,3%) e Stoccolma (-21,5%) %) sono rimasti ben al di sotto.
A portare il loro traffico passeggeri al di sopra dei livelli pre-pandemia anche Beauvais (+33,3%), Charleroi (+17,9%) e Bergamo (+17,6%). Ne hanno beneficiato anche aeroporti regionali e minori (con meno di 10 mln di passeggeri l’anno) che servono destinazioni turistiche popolari e/o che fanno affidamento su vettori low cost come: Kutaisi (+59,2%), Varna (+58%), Funchal (+48,5%), Asturie (+42%), Memmingen (+36,4%), Rotterdam (+27,5%), Lodz (+34,2%), Paphos (+24,6%).
(Per maggiori informazioni: www.aci-europe.org)