L’osservatorio sulle gite scolastiche del portale Skuola.net, realizzato interpellando 3.500 alunni di classi medie e superiori, segnala che la metà degli studenti delle scuole secondarie dovrà rinunciare al tradizionale viaggio di istruzione, quello con il pernottamento fuori casa per la crisi energetica e l’inflazione. Ad oggi, solamente il 18% degli studenti intervistati dice di aver già svolto la gita. A cui va aggiunto un 30% che l’ha programmata nei prossimi due mesi. Per una quota consistente (il 17%) le speranze di partire sono invece ridotte al lumicino. A quasi un terzo (28%) la scuola ha già comunicato che quest’anno non ci sarà nessun viaggio di istruzione con almeno una notte passata fuori casa. Senza dimenticare quelli che non andranno per scelta personale o della famiglia: sono quasi 1 su 10. Inoltre, c’è anche chi non si potrà neanche consolare con la visita di un giorno, dalla mattina alla sera: oltre un quarto (28%) non farà neanche quella.
Il peso dei costi di viaggio – albergo, trasporti, pasti, ecc – sta però impattando notevolmente anche sugli itinerari di quei fortunati che, in gita, ci andranno o ci sono già stati. In un quarto delle situazioni (26%) il fattore determinante nella scelta della meta è stato proprio la sua “economicità”. E, più in generale, la spesa finale è stata presa in grande considerazione in 2 casi su 3.
Si assiste, infatti, a una sorta di fuga dalle destinazioni estere, sicuramente più care: ben 3 studenti su 4 resteranno all’interno dei confini nazionali. Giusto alle scuole superiori i viaggi all’estero salgono di poco (31%), probabilmente spinti da quelli svolti dai ragazzi dell’ultimo triennio e, soprattutto, dai maturandi. Di contro, per le classi medie, le gite “italiane” sfiorano il 90% del totale.
Quasi la metà (43%) delle gite che prevedono il pernottamento sono comprese tra i due e i tre giorni; appena il 16% è arrivata o arriverà a sfiorare la settimana intera. Per quanto riguarda, poi, la spesa, in 2 casi su 3 il budget per il pacchetto viaggio più soggiorno non supererà i 400 euro, anche se 1 su 5 riuscirà addirittura a stare sotto i 200 euro. Altrettanti, invece, dovranno mettere in conto di spendere una cifra compresa tra i 400 ed i 600 euro, mentre 1 su 7 è andato oltre. Tuttavia, non sempre la mancata adesione è legata alla scarsità di risorse finanziarie. Per il 30% degli intervistati il mancato desiderio di socialità prevale sui motivi economici o sulla diffidenza dei genitori.
(Per maggiori informazioni: www.skuola.net)