La situazione economica giocherà un ruolo chiave nella domanda di viaggi di piacere nel 2023 e le prospettive per i prossimi 12 mesi sono ancora piuttosto incerte. È quanto riporta Deloitte nel Travel Industry Outlook 2023. Già lo scorso anno la domanda di viaggi era diminuita da settembre dopo il picco dei mesi precedenti. Potrebbe trattarsi di un calo momentaneo o di un ribasso prolungato da parte dei consumatori che hanno dovuto stringere la cinghia. Considerazioni un po’ meno ottimistiche rispetto al primo Unwto Barometer 2023. Se per i mesi a venire è previsto un aumento dei viaggi internazionali grazie alla riapertura dei confini di molte destinazioni chiave, l’aumento del costo dei biglietti aerei potrebbe smorzare questo desiderio. Aumenterà quindi l’attenzione ai viaggi in Paesi con buoni tassi di cambio. Secondo Deloitte, è possibile che chi ha la possibilità di lavorare da remoto sfrutti questa opzione per intraprendere più viaggi leisure o prolungare il soggiorno dopo un viaggio d’affari.
Si tratterebbe in ogni caso di una scelta economica, per far fronte ai prezzi più alti, organizzando gli spostamenti per evitare i giorni di punta e sfruttare quindi al massimo offerte e sconti disponibili.Dal punto di vista dell’industria dei viaggi, restano aperte diverse questioni per il 2023: una su tutte è la carenza di personale, che rimane un problema.
Altra sfida riguarda il business travel che continua a crescere, ma che secondo Deloitte potrebbe non tornare mai ai livelli pre pandemia, nonostante l’indiscutibile appeal degli eventi in presenza. Altro tema ormai entrato nella mente dei viaggiatori, secondo la società di consulenza e revisione, è la sostenibilità, ma la misura in cui queste intenzioni si traducano in decisioni di viaggio non è ancora chiara, così come la propensione a pagare di più per opzioni più ecologiche, soprattutto quando i prezzi sono già alti.
(Per maggiori informazioni:www.deloitte.com)