Abbiamo esaurito le parole nel commentare gli incomprensibili atti di questo Governo. Dopo la conferenza delle regioni del 9 giugno, in cui venivano stilate le linee guida con conseguente data di riapertura delle discoteche già dalla metà di giugno, l’11 giugno il Governo ha convocato d’urgenza i governatori regionali e delle province autonome per esprimere il proprio disappunto riguardo le date di riapertura. Nei fatti il Governo avrebbe disposto la riapertura dei locali discoteca e simili anziché dal 15 giugno, come ormai pubblicamente percepito, al 15 Luglio.
Tale scelta risulta inaccettabile perché mette in pericolo di fallimento oltre il 50% delle nostre attività già prostrate dopo 110 giorni di completa inattività. Il governo lascia però la capacità alle regioni di aprire le aziende discoteca in anticipo, rispetto al 15 luglio, attraverso proprie Ordinanze. Alcune Regioni, la Toscana e la Sicilia, hanno già emanato tali provvedimenti ed altre l’Emilia Romagna, il Veneto e la Puglia sembrerebbero in procinto di emetterle. Facciamo un appello a tutti i Governatori, che ben hanno potuto vedere l’intenso lavoro di proposte fatto dalle Associazioni di categoria del settore, perché una volta per tutte le nostre aziende possano ripartire dal 15 giugno 2020, perché le nostre aziende siano trattate come le altre del territorio Nazionale e non discriminate. In ogni caso, dopo 110 giorni, abbiamo bisogno di assistenza con ingenti somme a fondo perduto per sostenere le nostre realtà, per pagare energia, fornitori, affitti, assicurazioni, manutenzioni, professionisti, ecc.: costi questi che abbiamo dovuto comunque sostenere anche durante la “chiusura forzata” che lo Stato ci ha imposto. Se questo aspetto non sarà risolto appare chiaro che il nostro abbandonato settore non potrà fare altro che azioni eclatanti che vanno da Pubbliche manifestazioni, al blocco delle autostrade e delle ferrovie, alla rivolta fiscale ad azioni di lotta che, quanto meno, potranno fare ritornare sulla terra i marziani che hanno scritto la parola fine ad aziende di imprenditori che hanno dedicato tutta una vita al proprio lavoro. Adesso dobbiamo dire BASTA! Basta a chi ci considera come una categoria inutile a cui non dare risposte; Basta a chi pensa che le nostre non siano sane aziende italiane, ma luoghi di illegalità; Basta a chi pensa che i nostri dipendenti e collaboratori debbano morire di fame; Basta a chi non fa nulla riguardo la “movida” incontrollata e abusiva; Basta a chi non si attiva a porre regole a quel fenomeno “Movida” che con sempre più violenza si attiva nelle vie e nelle piazze delle città italiane; Basta a chi scarica la responsabilità di tutto ciò che accade la notte sul settore discoteche (a tutt’oggi chiuso); Basta a chi ci fa la morale utilizzando preconcetti e falsità. Sentiamo il profondo dovere, anche intellettuale, di precisare e motivare la nostra posizione al fine di dissociarci dalla chiusura di un altro mese disposta dal governo, che a nostro avviso sfocerà in una pratica illegale e favorirà imprenditori scorretti che a noi si sostituiranno con l’utilizzo distorto di circoli privati, bar e ristoranti. Chiediamo invece che le discoteche vengano riaperte nella loro pienezza, nella loro funzione sociale con certezza di regole e di comportamenti da assumere. Ciò che non si vuole comprendere è che le conseguenze nefaste di questa decisione presa con leggerezza e disinteresse per un settore che evidentemente è considerato marginale e privo di rilevanza sociale, non sono solo quelle già direttamente subite dalle nostre aziende e dai nostri lavoratori, ma in modo ancor più esponenziale saranno quelle che si produrranno su i principali utenti cui si rivolge la nostra attività. È a rischio la pace sociale, la certezza del diritto, il paese è nel caos: sono in pericolo i 5 milioni di giovani che ogni week end frequentano le discoteche. Le nostre aziende non producono beni materiali e neppure sono coinvolte in filiere produttive manifatturiere ma offrono divertimento, svago, aggregazione, ovvero emozioni che devono necessariamente intercettare la predisposizione e la propensione emotiva di ogni singolo avventore. L’“aspetto strategico” del nostro comparto produttivo e quindi profondamente difforme da tutti gli altri settori, dovendo soddisfare i bisogni della parte di popolazione che intende svagarsi in sicurezza e avere una valvola di sfogo dopo un drammatico quanto penoso isolamento. Dovremmo essere quindi considerati dei fidati alleati del Governo anziché un comparto pericoloso da discriminare. Conseguentemente chiediamo un intervento immediato per la riapertura entro il 15 giugno ed un intervento diretto a disinnescare le attività di Pubblico Spettacolo esercitate abusivamente da imprenditori scorretti e da aziende che si nascondono sotto forma di “circoli Privati” ma che di fatto sono a tutti gli effetti discoteche, night club e Lap-dance. Questo avviene già da alcune settimane in tutto il territorio Nazionale e ci rifiutiamo di credere che le Istituzioni non se ne siano accorte.
(Per maggiori informazioni: www.assointrattenimento.it)