L’11 febbraio, in occasione della “BIT – Borsa Internazionale del Turismo”, si è tenuto il secondo appuntamento con l’Osservatorio sul Turismo firmato Global Blue e Federturismo Confindustria. Un progetto presentato nel luglio 2019 che, periodicamente, mette in luce l’importanza del Tax Free Shopping per l’economia del Paese, evidenziando i dati dei flussi turistici internazionali sia nelle più conosciute destinazioni di viaggio sia in quelle meno note, ma con elevati potenziali di crescita.


«Il Tax Free Shopping in Italia nel 2019 ha registrato una crescita a doppia cifra: +16% rispetto al 2018, un aumento trainato non solo dalle destinazioni italiane più tradizionali, come Milano, Roma, Firenze e Venezia, ma anche da quelle meno note ai Globe Shopper, ma con un grande margine di sviluppo, da Palermo a Verona, passando per Napoli e Siena per fare solo qualche esempio» ha commentato Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue Italia. «Sicuramente – ha aggiunto – un grande contributo al trend positivo del nostro settore è arrivato dai turisti internazionali che abbiamo definito “Elite Shoppers”, ovvero viaggiatori con un potenziale di acquisto molto elevato che pesano per il 17% sul totale dei volumi di spesa».
«Lo shopping in viaggio è diventato sempre più importante anche in termini di percezione ed economia del Paese – ha dichiarato la Vice Presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli – e si conferma uno dei maggiori canali in crescita soprattutto per il mondo del lusso. E l’Italia, per i turisti che vogliono lasciarsi andare agli acquisti, anche costosi, rimane una delle mete preferite. Solo nell’estate del 2019 la spesa degli stranieri che hanno scelto il Bel Paese come meta di vacanze è stata superiore alla spesa dei turisti italiani all’estero di quasi 8 miliardi di euro. Il settore del turismo ha chiuso il 2019 con una crescita del 6,6% sul fronte della spesa e del 3,5% in presenze e per il 2020 si stima un aumento del 3,1% rispetto al 2019, con 74 milioni di arrivi. Dati incoraggianti anche se, alla luce degli ultimi accadimenti, non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per l’impatto che il coronavirus rischia di avere sui conti del turismo e sulle scelte dei viaggiatori che potrebbero rivedere almeno in parte i loro programmi nel medio periodo. Soprattutto per la moda o il design, dove siamo indiscussi protagonisti, poter acquistare un capo/oggetto lì dove è stato pensato e realizzato, riveste un significato forte».
«I dati presentati oggi mostrano ancora una volta come il Tax Free Shopping rappresenti un elemento molto efficace nell’attrarre i turisti» ha sottolineato Ignazio Abrignani, Presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo. «Lo shopping di lusso e di qualità, come è quello legato al made in Italy, è infatti una delle principali attività e voci di spesa nella vacanza dei turisti che arrivano da fuori Europa, un elemento capace addirittura di determinare le scelte relative alla durata del periodo di soggiorno in una determinata destinazione. Per questo, e anche immaginando di dover fronteggiare in modo sempre più frequente situazioni impreviste come quella che stiamo attualmente affrontando, situazioni che potrebbero colpire il settore turistico e l’economia del nostro Paese, dobbiamo fare in modo che l’Italia sia sempre più competitiva, rivedendo anche alcuni strumenti, come l’abbassamento della soglia minima di spesa, per consentire ai turisti internazionali di accedere al rimborso dell’Iva sugli acquisti, una soglia che in alcuni Paesi, come Germania, Spagna, Gran Bretagna è a zero, mentre in Italia è ancora a 155 euro, il livello più alto tra i Paesi europei. Di certo una leva che, al posto di incentivare gli acquisti, rischia di allontanare i turisti dallo shopping made in Italy» ha concluso Abrignani.
«L’evoluzione del mercato – ha evidenziato Stefano Gardini, Presidente ATRI – è stata tale da fare in modo che quando si parla di stazioni, ma soprattutto di aeroporti, non si possa prescindere dal Travel Retail che, oggigiorno, rappresenta un elemento sostanziale del business di queste infrastrutture. Per i passeggeri il Travel Retail è soprattutto esperienza e per i brand una imperdibile occasione di visibilità. La sua importanza in termini di peso sull’economica lo ha ribattezzato Il sesto continente; esso infatti muove una cifra d’affari stimata, a livello mondiale, intorno a 85-90 miliardi di dollari, con un’ipotesi di crescita fino a 125 miliardi di dollari nei prossimi anni. Un’analisi più di dettaglio evidenzia come il peso dell’Europa e soprattutto dell’Asia Pacifico siano di gran lunga preponderanti rispetto agli altri ambiti geografici rappresentando, insieme, circa il 73% del mercato. In particolare, il mercato asiatico appare quello caratterizzato da un maggiore incremento. La categoria principale in valore è rappresentata dal beauty con un 40% del complessivo e, secondo i dati di ETRC, in crescita nel periodo gennaio-settembre 2019 rispetto al medesimo periodo del 2018. Da notare, tuttavia, come la categoria che nell’ultimo triennio è stata caratterizzata da una migliore crescita è quella legata al fine food e al confectionary, peraltro fondamentale anche in ottica di sistema Paese in quanto quella in cui l’Italia ha fortissime potenzialità ed eccellenze da valorizzare».

(Per maggiori informazioni: b.ongaro@federturismo.it)