Secondo lo studio previsionale di Euromonitor International “Megatrends Shaping the Future of Travel”, che prova ad anticipare i destini dei prossimi cinque anni del turismo globale, l'industria dei viaggi dovrebbe continuare a crescere globalmente del +3,3% su base annua fino a raggiungere i 3 miliardi di miliardi di dollari entro il 2024. Per quell’anno, l’online rappresenterà la quota principale delle vendite di viaggi con il 52% di market share, con le vendite via mobile a prendersi un quarto del monte prenotazioni in termini di valore. Euromonitor International prevede che gli arrivi internazionali ammonteranno a 1,8 miliardi, dato finanche piccolo se comparato agli spostamenti interni ai singoli Paesi, che dovrebbero raggiungere i 19 miliardi. Quanto alla spesa media per arrivo, dovrebbe reggere alle pressioni sui prezzi e aumenterà marginalmente a 1.101 dollari entro il 2024, rispetto agli 1.088 dollari del 2019.
La domanda di turismo negli Stati Uniti potrebbe veder svanire un 9,6% di crescita potenziale del proprio incoming entro il 2024. Nonostante i tragici punti interrogativi delle guerre in Siria e Yemen, la macroregione del Medio Oriente e dell'Africa continua a godere di una solida crescita, con partenze dalla regione stimate in crescita del +5,6% entro il 2024.
E poi ci siamo noi del Vecchio Mondo, stretti tra l'incertezza della Brexit e le preoccupazioni per una possibile, grave recessione, che renderanno in ogni caso i vettori a basso costo e i noleggi a breve termine le scelte di viaggio più popolari, poiché i consumatori continueranno a mettere al primo posto il parametro qualità-prezzo. Tuttavia, con il 59% dei consumatori preoccupato per i cambiamenti climatici, anche la preferenza verso i viaggi sostenibili è in netto aumento. L'economia tedesca è stata gravemente colpita dal peggioramento delle esportazioni, mentre quella francese ha subito un rallentamento dall'impatto delle proteste dei Gilets Jaune. In Italia, l'aumento dei costi di indebitamento dalla metà del 2018, combinato con l'attuale incertezza della politica fiscale, ha gravemente danneggiato la fiducia e gli investimenti delle imprese, con un calo della produzione peggiore di quanto precedentemente previsto. In termini di viaggi e turismo, una recessione dell'Eurozona si farebbe sentire più acutamente in paesi come l'Italia e la Francia. Entrambi potrebbero subire un potenziale declassamento della domanda di oltre 5 milioni di arrivi.
(Per maggiori informazioni:https://www.euromonitor.com/ )