A conclusione di una annata positiva, seppur non entusiasmante, per l’incoming (viaggiatori stranieri +3%), l’ulteriore disamina dei flussi internazionali per regione di destinazione rileva la persistenza di forti disomogeneità territoriali. L’indice di attrattività regionale (rapporto tra numero di viaggiatori in arrivo e popolazione residente), mediamente pari a 17 viaggiatori stranieri ogni 10 abitanti, varia, infatti, da un minimo di 4 (Mezzogiorno) ad un massimo di 27 (Nord-Ovest), mentre a livello regionale lo scostamento cresce ulteriormente (da un straniero ogni 10 residenti in Calabria, a 67 in Friuli Venezia Giulia).
A conclusione di una annata positiva, seppur non entusiasmante, per l’incoming (viaggiatori stranieri +3%), l’ulteriore disamina dei flussi internazionali per regione di destinazione rileva la persistenza di forti disomogeneità territoriali. L’indice di attrattività regionale (rapporto tra numero di viaggiatori in arrivo e popolazione residente), mediamente pari a 17 viaggiatori stranieri ogni 10 abitanti, varia, infatti, da un minimo di 4 (Mezzogiorno) ad un massimo di 27 (Nord-Ovest), mentre a livello regionale lo scostamento cresce ulteriormente (da un straniero ogni 10 residenti in Calabria, a 67 in Friuli Venezia Giulia).
Situazione analoga la si riscontra anche in relazione alla principale motivazione del viaggio, con il primato assoluto della Valle d’Aosta relativamente ai flussi turistici (48 stranieri ogni 10 abitanti contro i 5 o meno di tutte le regioni del Mezzogiorno) e del Trentino-Alto Adige relativamente ai flussi per lavoro (12 stranieri ogni 10 abitanti, meno di 1 in Molise, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna).
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