L’Italia si conferma sempre più la terra del turismo enogastronomico, un settore che in larga parte sembra non conoscere crisi ed evidenzia ancora molte potenzialità inespresse. Basta infatti pensare che nei prossimi 5 anni l’enoturismo crescerà ad un tasso annuale del +12,9%, mentre quello culinario del +19,7% secondo il Grand View Research.


Aumentano anche i viaggi dei “cheese lovers”, al + 7,3% negli ultimi tre anni, scelti soprattutto dai giovanissimi tra i 18 e i 24 anni.

A fare la parte del leone nei viaggi a tema “food” resta l’enoturismo, cresciuto del 18% nel 2023 per la parte relativa alla spesa media, attestata a 109 euro, mentre la media di persone per prenotazione è di 3,3, con il 43,8% tra i 25 e i 34 anni. Quasi l’80% delle prenotazioni avvengono online con risparmio di centinaia di ore di lavoro secondo il Report Enoturismo E Vendite Direct-To-Consumer 2024 di Winesuite, Divinea, mentre il 76,5% di chi si è recato in cantina ha acquistato almeno una bottiglia di vino al termine della visita. Eppure, nonostante i numeri siano positivi, il comparto evidenzia ancora grandi opportunità di sviluppo. A partire dall’occupazione, con il 43% degli operatori che dichiara di non riuscire a trovare lavoratori qualificati. Pesano poi sulla crescita del settore anche altri fattori come la mancanza di collaborazioni territoriali efficaci (per il 17%), i problemi infrastrutturali, come strade e trasporti pubblici inadeguati (per il 14%), oppure la burocrazia e le regolamentazioni eccessive (per il 14%). Infine, il 10% degli addetti ai lavori lamenta la mancanza di incentivi finanziari specifici per il settore enoturistico.

(Per maggiori informazioni:https://www.grandviewresearch.com/;https://wine-suite.com/)