Reduce dai fasti (e dai mega-rincari) olimpici, la Ville Lumière si issa in vetta alla tabella delle city tax, con quasi 15 euro a notte per soggiornare nei palazzi.

Per toccare l’altra estremità dobbiamo scendere ad Atene, dove la gabella minima è di 50 centesimi, meno di un caffè.
Gli esperti di assicurazioni di viaggio di Quotezone hanno delineato una mappa dei rincari delle city tax in tutti i Paesi del Vecchio continente che variano da meno di 1 euro a quasi 15 euro e possono essere per persona o per notte. Nello specifico ecco una panoramica nelle principali località turistiche d’Europa:
Ad Atene l’imposta varia a seconda della categoria dell’hotel e del periodo dell’anno. Il governo greco ha introdotto la cosiddetta “tassa di resilienza alla crisi climatica” per addebitare ai turisti una cifra compresa tra 0,50 e 10 euro per camera a notte.
Barcellona, a partire dal primo ottobre, ha introdotto una nuova tassa di soggiorno: 7,50 euro+10% Iva per gli hotel a 5 Stelle, 5,70 + 10% Iva per gli hotel a 4 Stelle, 5 + 10% Iva per gli hotel a 3 stelle, 6,25+10% Iva per abitazione per uso turistico.
Di recente Berlino ha aumentato la tassa di soggiorno: i turisti ora devono pagare il 5% del prezzo della camera, Iva e costi di servizio esclusi.
Ai visitatori di Budapest viene addebitato un ulteriore 4% a notte, calcolato in base al prezzo della camera. Da specificare che l’Ungheria applica una tassa di soggiorno solo a Budapest.
A DUBROVNIK i turisti devono pagare 2,65 euro a persona per notte da aprile a settembre. Per il resto dell’anno il governo ha ridotto la tassa a 1,86 euro.
La capitale portoghese, Lisbona, applica una tariffa di 2 euro per ogni notte di soggiorno, per un massimo di sette notti, a persona.
A MANCHESTER è stata introdotta una tassa di soggiorno di una sterlina per camera e a notte in 73 hotel, con l’obiettivo di foraggiare misure per attirare un maggior numero di turisti. In un anno sono state raccolte oltre 2 milioni di sterline per finanziare la pulizia delle strade e le campagne di marketing.
Nella capitale francese la tassa varia in base al tipo di alloggio. La tariffa più cara è di 14,95 euro per il soggiorno nei palazzi; per un albergo a 4 stelle si pagano 8,13 euro. Solo 0,65 euro nei campeggi a una o due stelle.
Per i visitatori di Praga la tassa di soggiorno è aumentata da 21 a 50 czk al giorno (da 0,82 a 1,97 euro circa). Il ricavato è stato utilizzato come strumento per compensare i costi associati al turismo e aumentare il reddito complessivo della città.
In Italia i Comuni che rientrano nella categoria di chi può chiedere la tassa di soggiorno sono 5.730 , circa il 70% del totale. Ma soltanto il 22% di questi (1.268) ha di fatto applicato il tributo nel 2023, per un incasso pari a 778 milioni di euro. Sono ora in corso interlocuzioni con le associazioni di categoria per definire un meccanismo semplice da comunicare al cliente e facile da applicare per il gestore”.
Capitolo a parte riguarda Venezia che la sua rivoluzione già l’ha fatta. A metà luglio si è chiusa la fase sperimentale del ticket per accedere al centro storico. L’iniziativa prevede il pagamento di 5 euro per i visitatori giornalieri che entrano tra le 8,30 e le 16 nei fine settimana. Il provvedimento dovrebbe entrare pienamente in vigore nel 2025 e il biglietto potrebbe anche salire a 10 euro.
Nelle 15 giornate in cui è stato applicato, il contributo di accesso è stato pagato da circa 440.000 persone, per un totale di 2,2 milioni di euro incassati dal Comune, cifra che è andata ben oltre le aspettative. Inoltre, chiunque pernotti a Venezia in vacanza paga una tariffa compresa tra 1 e 5 euro nel costo dell’alloggio. Un bel tesoretto per la municipalità, insomma.
(Per maggiori informazioni: www.quotezone.co.uk)