Evaneos ha sviluppato, insieme alla società di consulenza Roland Berger, il primo Overtourism Index, un indice che propone tipologie di overtourism basate sull’analisi di un campione di 70 destinazioni tra le prime 100 in termini di numero di visitatori.


Per misurare il loro grado di esposizione al fenomeno, ogni destinazione viene classificata da 1 a 5 in base a quattro criteri oggettivi: densità turistica per abitante, densità turistica per kmq, stagionalità e maturità del Paese ospitante in termini di sostenibilità. Quest’ultimo criterio di valutazione tiene conto dell’impatto sociale del turismo, dello stato delle infrastrutture ospitanti e dello sviluppo dei trasporti.
La prima lezione da trarre è che non esiste un solo tipo di overtourism infatti non si gestisce un afflusso di turisti allo stesso modo in una grande capitale europea e in una località balneare in estate.
Tra le destinazioni studiate, l’impatto dell’overtourism varia in base a 3 tipi principali di esposizione: l’eccesso di turismo nelle località balneari, l’eccesso di visite estive nelle principali destinazioni europee e l’eccesso di concentrazione urbana sono le tre categorie di rischio identificate dall’indice.
Le destinazioni balneari sono la categoria turistica più esposta, con un indice medio di 4 su una scala di 5. Ciò è dovuto a un tasso particolarmente elevato di arrivi turistici (da 3,2 a 9,9 turisti per 1 abitante) in aree ospitanti relativamente piccole e fragili. I Paesi interessati sono Cipro (con un indice di 4,4), Mauritius (con 4,2), Grecia (4) e Croazia (3,8). Queste destinazioni sono tanto più vulnerabili in quanto una media del 25% del loro Pil dipende dal turismo.
Queste destinazioni balneari altamente esposte richiedono l’adozione di misure urgenti e restrittive. La prima risposta consiste nel regolare la capacità di queste aree, ad esempio introducendo quote per proteggere i siti più popolari. È inoltre necessario distribuire i flussi nell’arco dell’anno.
Per quanto riguarda, invece, le principali destinazioni europee, pur essendo in grado di accogliere un’alta densità di turisti registrano un afflusso particolarmente elevato durante la stagione estiva, su gran parte del loro territorio: fino al 43% degli arrivi si concentra nel terzo trimestre. Con un indice medio di 3,5/5, Spagna (3,6), Italia (3,6) e Portogallo (3,6), seguiti dalla Francia (3,3), sono le destinazioni più esposte nei mesi di giugno, luglio e agosto.
Anche il turismo urbano, soprattutto nelle grandi capitali europee, richiede misure per decongestionare le città e diffondere i benefici economici del turismo nelle regioni periferiche. Sebbene queste destinazioni siano mature in termini di sostenibilità e abbiano una bassa dipendenza economica dal turismo (5% in media), le capitali e le città rappresentano fino al 37% degli arrivi nel terzo trimestre. Ottengono un punteggio medio di 2,6 su 5. Tra le prime tre: Copenaghen con un punteggio di 3,8, seguita da Amsterdam con un punteggio di 3,7 e da Dublino con un punteggio di 3,4.
Ci sono, poi, destinazioni da tenere d’occhio come il Marocco con un indice di 3,1, il Vietnam (3), l’Egitto (2,7) e l’Islanda (2,9). L’Islanda è particolarmente vulnerabile, con una densità turistica di 5,2 abitanti pro capite.
Dal canto suo Evaneos identifica, con un punteggio di 4,2/5, la Grecia come una destinazione particolarmente soggetta all’overtourism in estate. Oltre a questa valutazione oggettiva, la situazione a Mykonos e Santorini è diventata insostenibile: il massiccio afflusso di turisti sta infiammando la rabbia della popolazione locale e incide sulla qualità della vita dei residenti.
(Per maggiori informazioni: https://www.rolandberger.com/en/;https://www.evaneos.it/)