Subito prima della pandemia, la Cina era stata senza dubbio il primo motore della crescita del turismo mondiale, con 166 milioni di arrivi internazionali provenienti da Pechino e dintorni, che l’hanno classificata come primo mercato di origine, per una spesa turistica di 277 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto agli Stati Uniti (157 miliardi) e il triplo della Germania (104 miliardi).
Eppure, 19 mesi dopo, la Cina rimane in gran parte chiusa ai viaggi leisure sul lungo raggio, in entrata e in uscita, nonostante 75 Paesi abbiano aperto le loro frontiere – seppur con le inevitabili cautele – ai viaggiatori cinesi. Un nuovo sondaggio di Dragon Trail, descrive un quinto dei viaggiatori cinesi come “ansioso di viaggiare non appena ce ne sarà la possibilità”, mentre il 43% viaggerebbe con cautela (a marzo era il 31%) e il 32% aspetterebbe ancora (era il 39% sei mesi fa).


Sul fronte del turismo interno, il sondaggio di Dragon Trail di pochi giorni fa ha rilevato che il 71% degli intervistati programma di viaggiare durante l’imminente festa nazionale di ottobre. Le principali destinazioni? Zhejiang, Guangdong, Fujian, Yunnan, Pechino, Hunan, Shandong, Sichuan, Shanghai e Jiangsu. Al top dei trend, troviamo i viaggi nella natura (74% di gradimento), quelli sun&beach (56%) e i parchi a tema (51%), seguiti dal turismo culturale e dalle vacanze in hotel.
Quanto alla percezione di sicurezza delle varie destinazioni del mondo, Singapore è ancora considerata quella più sicura a livello internazionale, ma l’incertezza e le valutazioni di “non sicuro” sono complessivamente aumentate. Il Giappone, valutato come una delle destinazioni più sicure nel sondaggio di marzo scorso, è ora sceso a una valutazione più vicina al Regno Unito o agli Stati Uniti. Le destinazioni con le percezioni di sicurezza più stabili sono la Thailandia (47% “non sicura”) e il Canada (54% “non sicura”). Gli Stati Uniti rimangono il paese con la percezione di sicurezza più bassa, valutata dall’87% come “non sicura”. L’Italia, in questa speciale classifica è al 53%. Nonostante un'incertezza dei rapporti diplomatici e  politici il viaggiatore cinese outgoing tornerà, ma ci vorrà del tempo e un ulteriore sforzo per tornare ai numeri pre-pandemia, che secondo le ultime previsioni di ForwardKeys, saranno a livello soltanto nel 2026-2027.

(Per maggiori informazioni:www.dragontrail.com)