Nessuno 100 anni fa avrebbe mai potuto immaginare  che, dopo  poche decine di anni, milioni di persone avrebbero avuto la possibilità  di coprire lunghe distanze in così poco tempo, in sicurezza  e nel massimo comfort. Viaggiare richiedeva tempo e scali multipli, ciò nonostante gli aerei  avevano cambiato i concetti di distanza e di viaggio e  gli agenti di viaggio e gli intermediari turistici non fecero altro che alimentare  il sogno. Si aprirono nuovi mercati, nuovi operatori entrarono sulla scena, generando nuovo fatturato con importanti benefici  e ricadute per l'intera economia.Il turismo spaziale è al momento una frontiera estrema del turismo del lusso che da solo si stima potrà valere più di 2,2 miliardi di dollari entro il 2026 e che nei prossimi anni avrà una forte espansione.

Dello sviluppo di questo mercato e degli investimenti da parte di aziende  e start up private si è parlato nel corso dell’evento online organizzatoil 14 settembre da Federturismo Confindustria dal titolo “Turismo spaziale: a che punto siamo? al quale sono intervenuti Marina Lalli, Presidente di Federturismo Confindustria; Giorgio Saccoccia Presidente ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e Giorgio Palmucci Presidente ENIT.

La Presidente Lalli nel suo intervento ha sottolineato come sia importante considerare anche le opportunità che si presentano per le destinazioni che decidono di ospitare gli spazioporti, legate alla fornitura di servizi in loco e ai maggiori flussi generati da soggiorni pre e post travel.  Non tutti gli spazioporti sono facilmente raggiungibili dai potenziali utenti pertanto agli operatori del turismo spaziale spetterà occuparsi anche dei trasferimenti da e per lo spazioporto così come di un’ospitalità che sia all’altezza dell’intero pacchetto.

 (Per maggiori informazioni:b.ongaro@federturismo.it)