Se non adeguatamente sostenuto per il settore intrattenimento sarà catastrofe economica: Nel più completo disinteresse ed in assenza di concreti indennizzi da parte dello stato 3000 aziende e 90.000 lavoratori abbandonati.

Quanto fino ad oggi appreso in relazione al DL “sostegni” lascia sbigottiti gli operatori del settore intrattenimento: settore chiuso per decreto da poco meno di 14 mesi consecutivi e già beffato dal governo precedente con ristori inconsistenti. La soluzione adottata dal nuovo governo è stata il rimborso di una percentuale, in base a scaglioni di fatturato, della differenza di incassi tra 2021 e 2020 ma divisa per 12 mesi. Solo su un mese dunque sarà calcolata la quota di sostegno alle aziende dell’intrattenimento alle quali è vietato fare impresa da oltre un anno: Vergogna!

Dobbiamo purtroppo osservare che, in continuità con il precedente, il nuovo Governo Draghi ha annunciato in data 19 marzo le misure adottate con il DL “sostegni” ma ad oggi, 22 marzo, tale norma non è ancora stata pubblicata in gazzetta ufficiale. Gli imprenditori sono ancora una volta in balia di bozze, voci, notizie vere e false che non fanno altro che alimentare l’insicurezza e il caos che regnano ormai sovrani in questo paese da oltre un anno.

Il settore dell’intrattenimento italiano è ad un bivio storico, le scelte che il Governo si accinge a prendere in tema di sostegni e ristori saranno determinanti per la sopravvivenza stessa di tutto il comparto.

Il 30% delle imprese del settore è già scomparso a causa della pandemia e delle misure di sostegno insufficienti ma un altro 30% rischia di non riaprire più nel corso del 2021 a causa dell’assenza di soluzioni serie previste dal governo.

E’ quindi indifferibile l’apertura di un confronto diretto con le imprese del settore per costruire un meccanismo che sia di reale impatto per la sostenibilità economica di dell’intera filiera produttiva del divertimento.

Per il Pubblico Spettacolo il dramma non è la perdita di qualche mese di produzione, ma il completo e già conclamato default per gli anni 2020 e 2021. Il Governo dovrebbe necessariamente tenere conto delle peculiarità e delle particolari criticità delle nostre attività che non possono in alcun modo essere considerate e valutate alla stregua delle altre realtà produttive.

E’ necessario che siano considerati e rimborsati i costi fissi quali gli affitti, i mutui, i leasing, le assicurazioni, l’energia, i tributi locali, i costi sostenuti per la fiscalità: Siamo l’unico settore chiuso per decreto da quasi 14 mesi e non è certamente nostra responsabilità l’incapacità di produrre reddito nella quale ci ha fatto sprofondare il governo attraverso l’obbligo di chiusura disposto per il nostro settore.

Si auspica che vengano finalmente abbandonate soluzioni incoerenti ed estemporanee dirette solo alla comunicazione e non al vero indennizzo dovuto e vengano diversamente previsti concreti interventi per il nostro settore, da attuarsi in collaborazione con le Associazioni Nazionali di Categoria, per meglio cogliere le dinamiche del settore e giungere ad interventi appropriati.