I grandi vettori – secondo un report di StocksApps.com – avrebbero perso 110 miliardi di dollari, pari a circa 93 miliardi di euro e  si tratta di un calcolo per difetto che non tiene conto delle perdite di centinaia di medio-piccole compagnie, ancora tutte da stimare, con un calo della domanda pari a -72% secondo IATA. 
Spiccano le perdite delle compagnie statunitensi che, da gennaio ad oggi, hanno fatto segnare mancati ricavi per 63,9 miliardi di dollari (pari a circa 55 miliardi di euro).

In particolare, American Airlines – secondo vettore al mondo – ha registrato perdite per 21 miliardi di dollari (ovvero 18 miliardi di euro); più o meno allo stesso livello la situazione di United Airlines che, nei primi nove mesi dell’anno, ha registrato -22 miliardi di dollari (19 miliardi di euro). Gli analisti di Yahoo Finance hanno rivelato, da parte loro, che quest’ultima compagnia (quarta nel mondo per numero di passeggeri trasportati) ha assistito al calo più significativo della capitalizzazione di mercato tra i principali vettori Usa, con il valore complessivo delle azioni della società crollato del 57%; mentre Delta Air Lines, nei primi due trimestri dell’anno, ha registrato perdite per 12 miliardi di euro con entrate crollate dell’88%.
Non è andata meglio in Europa, con Lufthansa che ha stimato perdite per 4,8 miliardi di euro; Air France-Klm con perdite superiori ai 6 miliardi di euro. Mentre Iag, il gruppo anglospagnolo che raggruppa vettori del calibro di British Airways, Iberia e Vueling, nei primi nove mesi dell’anno ha subito perdite complessive per 5,5 miliardi di euro. E per la prima volta nella sua storia, Ryanair, che da marzo a giugno ha tenuto a terra la sua flotta, ha confermato che le perdite si attesteranno sui 200 milioni di euro. Anche Alitalia, già in difficoltà nel periodo pre-Covid, chiuderà l’anno in rosso con una stima di perdite per quasi 1 miliardo di euro.
Ora l’intero settore si trova a fronteggiare due incertezze nel medio termine: la prima legata ai reali costi di gestione e manutenzione di tutte le misure igienico-sanitarie che si dovranno affrontare quotidianamente; la seconda dipendente da eventuali nuove regole di distanziamento fisico, imposte dall’Organizzazione mondiale della sanità e condivise dai governi, che potrebbero imporre una riduzione della capacità di carico passeggeri e quindi comprimere le perfomance. Due variabili che potrebbero rallentare molto la ripresa del comparto con la stessa Iata costretta ad alzare l’asticella temporale del pieno rilancio dell’aviazione commerciale, prevista ormai non prima del 2023.


(Per maggiori informazioni: www.stocksapp.com)