Secondo il 10° Rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” realizzato dalla Fondazione UniVerde, Touring Club Italiano e Noto Sondaggi con la main partership di Cobat  la percentuale sul livello di conoscenza della definizione di “turismo sostenibile” (inteso come quello che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio) è cresciuto dell’83% (+2% rispetto alla scorsa ricerca) e  il 71% degli intervistati lo considera eticamente corretto e vicino alla natura. Secondo il sondaggio per  l’84% degli utenti Il “vincolo di sostenibilità” per un’area turistica rappresenterebbe una necessità o un’opportunità di crescita per il suo sviluppo economico.

Alla domanda se esiste oggi in Italia un’emergenza per i danni che il turismo può portare all’ambiente, il 50% del campione (contro il 56% della precedente rilevazione), ritiene si tratti di un problema che riguarda il Paese in generale, per il 21% riguarda solo alcune aree (+3%), mentre è stabile la percentuale di quanti sono convinti che il turismo sia sempre una risorsa e non un problema (25%). Il 59% degli intervistati afferma, inoltre, che l’aspetto principale secondo il quale il turismo può essere origine di danni all’ambiente è rappresentato dalla cementificazione e dalla speculazione edilizia (-3% rispetto alla precedente rilevazione) seguito, a distanza, dall’inquinamento (21% contro il 17,5% della media degli ultimi otto anni). Il 43% degli intervistati  è disposto  a spendere anche il 10 o il 20% in più per una vacanza che rispetti l’ambiente. Tra gli alloggi preferiti: B&B (31%, in calo dell’8% rispetto alla scorsa ricerca), agriturismo (stabile a 34%), albergo (31%, -2%) mentre sale al 25% la preferenza per la casa in affitto (+3%). Prima di scegliere una struttura turistica, il 46% degli italiani (+2% rispetto alla precedente ricerca) si informa sull’attenzione che ha per l’ambiente e l’80% (+3%) utilizza internet per le ricerche. Un segnale di attenzione della struttura all’ambiente, per il 58% degli utenti è rappresentato dalla presenza di pannelli fotovoltaici, per il 34% dall’uso di sistemi per il risparmio elettrico, per il 29% dal risparmio idrico e per il 21% essere “Plastic free” (+3%).
I turisti sostenibili sono attenti anche ai servizi offerti e valutano positivamente menù biologici o a km 0 (39%, +2% rispetto alla precedente rilevazione), raccolta differenziata (37%), proposta di escursioni ecoturistiche (17%), ricariche o noleggio di auto elettriche o ibride (12%). Per quanto riguarda  i trasporti: il 67% (+2%) rinuncerebbe all’auto se la meta fosse raggiungibile in treno; il 61% (+3%) se sul posto ci fosse il car sharing e il 51% se potesse usare l’autobus per arrivare alla destinazione. Il 64% dichiara inoltre di aver già preferito il treno per motivi ecologici.
Sulla scelta del ristorante, in crescita sono le percentuali di preferenza per quelli che offrono prodotti a km 0 (91%) e per quelli che usano (a parità di prezzo o anche spendendo qualcosa in più) prodotti provenienti da agricoltura biologica (84%).
In merito alla conoscenza sociale del tema su “Turismo e plastica”, il 98% degli intervistati ha sentito parlare dei danni provocati dall’abbandono di plastica monouso nei mari, nei fiumi e nelle campagne (+2% rispetto alla precedente ricerca). In relazione all’abbandono di plastiche nell’ambiente, il 77% del campione intervistato giudica il fenomeno un’emergenza cui si deve porre rimedio. In merito all’ecoturismo, il 70% degli intervistati (+2% rispetto alla precedente rilevazione) ne conosce la definizione come forma di turismo che rispetta l’ambiente, le popolazioni locali e valorizza le risorse naturali e storico culturali di un territorio. È ancora internet il mezzo di informazione preferito per organizzare un soggiorno ecoturistico (per il 78% degli utenti, +5%), soprattutto attraverso i motori di ricerca (67%, +6%) e i siti di viaggio, tra cui TripAdvisor e Booking (79%), blog e forum (17%) e social network (16%).
Secondo le rilevazioni del Focus “Covid, turismo in sicurezza e campagna romana, quasi la totalità del campione di intervistati afferma che, dopo l’emergenza COVID, le scelte turistiche cambieranno: il 40% dichiara che viaggerà di meno, il 31% userà più l’auto, il 27% preferirà viaggi all’interno della propria regione e il 24% in altre regioni, il 23% prediligerà aree poco popolate, il 21% è sicuro che andrà di meno al ristorante mentre il 4% assicura che lo eviterà, il 17% eviterà viaggi organizzati e il 9% sceglierà case private. Infine, l’8% sceglierà al massimo una meta in Europa e il 4% eviterà le escursioni. In relazione ai luoghi turistici e al rischio di contagio, il 35% afferma che la percezione di sicurezza è data dal personale con mascherina, il 26% dai tavoli e dai posti all’aperto, il 10% dalla presenza di un medico nella struttura, il 9% dal controllo della febbre, il 7% dalla presenza diffusa di gel disinfettante. Per il 74% degli italiani, il turismo sostenibile è quello più sicuro, sia per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente sia per l’aspetto sanitario, data possibilità di vivere ampi spazi all’aperto.
Infine, per quanto riguarda l’appeal di Roma come meta di turismo agricolo sostenibile, l’85% del campione intervistato non sa che la Capitale è il più grande Comune Agricolo d’Italia. Il 49% dichiara di essere disponibile ad andare in un agriturismo o dimora nella campagna romana per poi visitare i monumenti di Roma e dintorni, a patto della presenza di comodi collegamenti. Il 25% ci andrebbe in ogni caso mentre il 12% preferisce hotel in zona centrale.


( Per maggiori informazioni:https://www.fondazioneuniverde.it/wp-content/uploads/2020/09/X-Rapporto-Italiani-turismo-sostenibile-ed-ecoturismo-settembre-020.compressed.pdf