“Continuiamo a leggere notizie contraddittorie sul destino dello smart working, che dal 15 ottobre dovrebbe chiudere definitivamente la fase del ‘tutti a casa’ senza regole. Col massimo rispetto per i diritti dei lavoratori e per le loro esigenze personali, riteniamo che i dipendenti pubblici debbano riprendere a lavorare in presenza, in modo continuativo, per garantire l’efficienza degli uffici, che in questi mesi hanno sofferto moltissimo, creando gravi disagi al cittadino-utente.
Non solo: il ritorno in ufficio dei dipendenti pubblici comporterà, finalmente, una ripresa di quelle attività, quali bar e ristoranti, che sono direttamente collegate alla presenza dei lavoratori pubblici”.
Paolo Bianchini, presidente del Movimento Imprese Ospitalità (M.I.O. Italia) chiede con forza che “il Premier Conte e il Ministro Catalfo non si inventino altre idee geniali sullo smart working: le città devono tornare alla normalità, tutelando chi ha investito in attività come bar e ristoranti nei quartieri direzionali. Questi imprenditori sono alla canna del gas e non potrebbero sopportare altri mesi di lavoro da casa dei dipendenti pubblici. Come sempre accade nel nostro Paese, si è partiti da un’esigenza giusta, quella sanitaria, per arrivare a esagerazioni, il ‘tutti a casa’ senza regole, appunto, senza preoccuparsi delle conseguenze su tutto il tessuto sociale ed economico”.
“Anche noi – conclude Bianchini – meritiamo rispetto. Ci sono arrivati aiuti miseri e innumerevoli prese in giro, il Governo cerchi, quantomeno, di non provocare altri danni a un settore già sufficientemente massacrato”.
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