• ·Presidente Gioia Ghezzi ha affrontato il tema nel suo intervento alle Assise generali di Confindustria
  • ·Gruppo FS impegnato con attori del trasporto collettivo per trovare risposte concrete e sostenibili
  • ·Climate Change fondamentale per competitività, fra 20 anni, delle imprese italiane

 

Sentiamo, come Gruppo FS Italiane, una fortissima responsabilità sul fronte della sostenibilità ambientale e nella sfida per l’azzeramento delle emissioni in atmosfera di Co2, con obiettivi nel medio e lungo termine. Ci stiamo impegnando a coinvolgere tutti gli attori del settore del trasporto collettivo affinché i bisogni di mobilità sia delle persone sia delle merci, in Italia e in Europa, possano trovare quanto prima risposte concrete e pienamente sostenibili. In questa direzione vanno azioni come l’incorporazione nel Gruppo di Anas e l’adesione al Global Compact”.

Lo ha sottolineato Gioia Ghezzi, Presidente di FS Italiane, nel corso del suo intervento al tavolo tecnico Un Paese sostenibile: investimenti, assicurazione sul futuro dell’Assise 2018 di Confindustria, in corso a Verona, nel suo intervento dedicato al tema del cambiamento climatico e alla necessità, per le imprese italiane, di avviare da subito azioni concrete per azzerare le emissioni di CO2 e gli altri gas serra.

L’Italia è uno dei Paesi in cui il cambiamento climatico sta producendo danni estremamente significativi”, ha evidenziato Gioia Ghezzi ricordando che il nostro Paese ha tutto l’interesse affinché, a livello globale, proseguano concretamente le azioni per la realizzazione degli obiettivi dell’Accordo COP 21di Parigi. Accordo con il quale 192 Paesi si sono impegnati a ridurre le proprie emissioni in misura sufficiente a contenere entro 2 gradi centigradi l’incremento della temperatura media del pianeta rispetto all’epoca pre-industriale.

Gli effetti del cambiamento climatico (prolungamento dei periodi di siccità, carenze idriche, eventi estremi di precipitazioni, onde di calore, incendi, eccetera) generano, infatti, costi sempre maggiori e la progressiva perdita di competitività delle filiere produttive e del sistema paese nel suo complesso: maggiori costi diretti per fronteggiare le emergenze, business interruption, incremento dei premi assicurativi, oltre agli effetti più specifici nei vari settori (filiere agroalimentari, turismo, logistica, eccetera).

Il mondo industriale mondiale ha a disposizione al massimo 20/30 anni per ridurre progressivamente le emissioni in atmosfera, fino ad azzerarle completamente, e per generare tecnologie carbon negative. Se consideriamo l’entità degli interventi necessari per cambiamenti così profondi, che in taluni casi significano rivisitare completamente intere filiere produttive, il tempo a disposizione è brevissimo. Servono azioni immediate”, ha proseguito la Presidente Ghezzi illustrando le stime degli studiosi dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Piena conversione verso forme di energia rinnovabili a zero emissioni, shift modale dei trasporti e della logistica verso mezzi a minori emissioni, ridisegno dei cicli produttivi per evitare le emissioni e la dispersione di energia, ridisegno degli edifici, non solo per evitare la dispersione, ma anche per produrre e catturare l’energia. Queste le aree prioritarie di intervento menzionate dalla Presidente Ghezzi: “Per le imprese occorre un impegno diretto immediato, rispetto al quale il sistema associativo di Confindustria può giocare un ruolo fondamentale di coordinamento e di supporto”.

Temi questi che vanno ben oltre il dovere etico di affrontare il tema della trasformazione sostenibile delle catene produttive: “Se vogliamo che le nostre imprese siano ancora competitive fra 20 anni, dobbiamo avviare immediatamente la transizione verso modelli operativi pienamente sostenibili. Le imprese sono sotto pressione su tre fronti: regolatorio, con normative che si faranno sempre più severe a mano a mano che gli effetti del climate change saranno più evidenti e sentiti a livello politico; quello dei clienti, che saranno sempre più sensibili e consapevoli delle proprie scelte di acquisto; quello dei portatori di capitali, per i quali la sostenibilità sarà sempre di più una condizione necessaria per la concessione di finanziamenti e, in misura ancora maggiore, per gli investimenti nel capitale azionarioLo straordinario successo della recente emissione del Green Bond da parte di FS Italiane, con il riconoscimento di un tasso di rendimento pari a 0,875 dimostra che la sostenibilità ambientale, oltre che un valore etico, è un tangibile vantaggio competitivo”.

Gioia Ghezzi, infine, ha sottolineato l’importanza del ruolo di stimolo che può svolgere Confindustria nei confronti del Governo italiano, affinché induca e agevoli il cambiamento in tempi brevi: dichiarando esplicitamente i target italiani COP 21, anche attraverso direttive regolatorie; ripensando il sistema di incentivi e disincentivi in modo da supportare le produzioni sostenibili e la transizione delle imprese – specie medio piccole - che sono pronte ad impegnarsi e investire sul cambiamento; assumere un ruolo di leadership in Europa su questi temi, a fianco degli altri paesi, come la Francia, che si stanno dimostrando sensibili e attivi.