“Timidi segnali di un inversione di tendenza, nel 2013, per le terme italiane”: è quanto ha affermato Costanzo Jannotti Pecci Presidente di Federterme, commentando l’ultima rilevazione periodica sull’andamento del comparto i cui risultati sono stati resi noti in occasione della nuova edizione di Thermalia, il Salone del Turismo Termale in corso oggi e domani a Rimini, organizzato da TTG Italia in collaborazione con la stessa Federterme.

Il bilancio del settore termale nell’anno scorso non presenta sorprese: “dopo la performance non all’altezza delle aspettative nel 2010 e nel 2011 , il settore delle terme ha evidenziato nel 2012 un netto ridimensionamento dei livelli di attività” determinato dal “generale deterioramento del clima di fiducia e dal marcato inasprimento della tassazione” – ha proseguito il Presidente Jannotti Pecci - “questi fattori hanno spinto le famiglie a ridurre ulteriormente sia la domanda per le cure termali sia quella per gli altri beni e servizi erogati dagli stabilimenti, quali quelli alberghieri, di ristorazione, o quelli relativi al benessere”.

Nel 2012 i ricavi totali del settore si sono ragguagliati a 719,3 milioni di euro. Rispetto al 2011, la flessione è stata pari a 6 punti percentuali causata in misura maggiore dalle cure termali (- 7,8 per cento), mentre per gli altri beni e servizi si sono riscontrate tendenze meno sfavorevoli (- 4,4 per cento).

“E’ presto per parlare di una reale inversione della negativa tendenza che ha caratterizzato il triennio passato – ha concluso il Presidente di Federterme Costanzo Jannotti Pecci - ma i dati raccolti da Federterme consentono di sperare in un lenta ripresa, in quanto secondo i primi risultati dell’indagine, condotta presso un campione di imprese associate, nel periodo gennaio/settembre 2013 il giro d’affari e il risultato operativo del settore termale hanno evidenziato un qualche timido segnale di miglioramento: l’andamento economico e della produzione, pur proseguendo in territorio negativo è apparso meno sfavorevole nel confronto tendenziale, il che fa supporre che le aziende, almeno per quanto concerne la redditività gestionale, che pur rimanendo negativa, sembrerebbe aver superato la fase di maggiore intensità della recessione ”.

Nei primi 9 mesi del 2013 i ricavi totali del settore termale sarebbero rimasti sostanzialmente invariati rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Molto pronunciata sarebbe stata invece la flessione registrata dai costi di produzione (- 9 per cento) per effetto del taglio delle spese per il personale (- 8 per cento) e delle spese per i beni e servizi (- 9 per cento).

Roma, 17 ottobre 2013

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