Un tavolo di confronto è la richiesta urgente del Presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci contenuta in una lettera aperta al Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, per trovare risposte concrete ad esigenze non ulteriormente procrastinabili e per garantire la sopravvivenza economica e sociale di oltre 1500 persone impegnate direttamente e indirettamente nelle aziende termali calabresi.

“ I problemi da portare a soluzione – scrive il Presidente di Federterme – sono sostanzialmente tre:
-il recupero del finanziamento della Legge regionale di valorizzazione dell’industria termale della Calabria (L. R. n. 38/12);
- il pagamento dei debiti delle ASP regionali per cure termali erogate e non ancora pagate (a distanza di anni);
- il rispetto da parte delle ASP regionali di criteri certi ed uniformi di ripartizione tra le aziende delle risorse per i tetti di spese.”

“Senza tali interventi appropriati la situazione delle aziende termali della Calabria -già da tempo insostenibile- porterà alla definitiva chiusura. Non possiamo permetterlo e dobbiamo operare urgentemente per evitare tale esito inaccettabile. Conto sulla sensibilità personale e politica del Presidente Scopelliti.”

E’ questo il commento del Presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, alla notizia secondo cui i fondi, pari ad un milione di euro, che erano già stati destinati al finanziamento, per il 2012, della Legge Regionale n. 38/12 per la valorizzazione e la promozione del termalismo in Calabria, non sarebbero più disponibili, a fronte di progetti presentati dalle aziende su sollecitazione della stessa Regione.

“Le imprese termali operanti in Calabria rappresentano, notoriamente” – ha continuato Jannotti Pecci – “una risorsa primaria per il territorio, costituendone, peraltro, nelle zone in cui insistono, la principale garanzia economico-occupazionale, con oltre 1.500 unità lavorative impiegate. Risorse preziose anche per l’apporto del benessere termale e per incrementare la destagionalizzazione nei territori di riferimento. Ma, inspiegabilmente, la Regione Calabria continua a fare orecchio da mercante alle reiterate richieste di attenzione che le provengono dal settore termale”.

“Vogliamo uscire dalla situazione di emergenza – prosegue Jannotti Pecci –nell’interesse delle imprese del settore termale della Calabria, e proprio per questo chiediamo un tavolo di confronto urgente per illustrare le nostre proposte e ricercare risposte condivise.”

“Chiediamo un tavolo di confronto per capire che fine ha fatto la legge regionale per la valorizzazione del termalismo, che dopo tanti sforzi era riuscita finalmente a vedere la luce nel settembre 2012, e che aveva rappresentato un pur minimo segnale di attenzione per il settore; ci chiediamo anche quali siano le determinazioni concrete che l’Amministrazione Regionale intende porre in essere per recuperare le risorse disperse, o per reperirle nuovamente, atteso che i finanziamenti previsti dalla legge regionale n. 38/12 avrebbero rappresentato per alcuni specifici comuni termali, particolarmente colpiti dalla crisi economica, l’unico strumento in grado di realizzare improcrastinabili interventi di ammodernamento, ampliamento e riconversione delle strutture, per un possibile rilancio.

L’attuale situazione d’incertezza non è ulteriormente sopportabile ed il protrarsi di questa situazione comporta, per le aziende calabresi, il crescente pericolo di ritrovarsi nella definitiva impossibilità di operare le periodiche riassunzioni del personale, indispensabili a garantire, l’ avvio e la prosecuzione della stagione termale; viene messa a rischio anche la regolare corresponsione dei salari ai dipendenti delle terme, facendo così mancare il concreto supporto economico a tutti i nuclei familiari coinvolti.

Chiedo al Presidente Giuseppe Scopelliti, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di Rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria – conclude Jannotti Pecci - l’immediata attivazione di un tavolo regionale per trovare concrete risposte, con urgenza, alle questioni sopra descritte e per partecipare alla definizione delle iniziative che la Regione intende intraprendere per favorire l’attuazione del Decreto Legge 8 aprile 2013, n. 35, in materia di disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti delle ASP regionali”.

Roma, 31 luglio 2013

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