Secondo l'ultimo Bollettino realizzato da Unioncamere e Anpal, sono poco meno di 458mila i contratti di lavoro programmati dalle imprese nel mese di gennaio e saliranno a circa 1,2 milioni nel trimestre gennaio-marzo con un incremento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, rispettivamente di 112mila su gennaio 2021 e +265mila in confronto al trimestre gennaio-marzo 2021. E' positivo anche il confronto rispetto a dicembre 2021, con 104mila contratti in più (+29,4%), per tutti i settori economici tranne che per il turismo dove pesano le crescenti incertezze legate all’andamento dell’epidemia.
C’è il turismo tra i settori che beneficeranno dei 2,2 miliardi di euro che il Ministero dello Sviluppo economico si appresta a destinare al “sostegno della competitività delle filiere industriali strategiche del Paese”, una delle priorità indicate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.L’obiettivo dell’operazione è di realizzare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio nazionale attraverso lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo nei settori del turismo, dell’automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, chimico-farmaceutico, design, moda e arredo, agroindustria e tutela ambientale.
Le imprese del comparto che ha un indotto diretto sul Pil di oltre 36 miliardi di euro e che occupa 570mila addetti stanno fronteggiando una crisi senza precedenti che deve essere affrontata dal Governo con misure specifiche e a largo respiro temporale. Il susseguirsi di varianti del virus e le relative restrizioni internazionali impediscono infatti la certezza di programmazione e svolgimento di congressi ed eventi aziendali non solo nell’anno in corso ma anche nel 2023. L’aggregazione delle associazioni del settore #Italialive chiede con estrema urgenza la convocazione di un tavolo governativo al quale sottoporre la richiesta improrogabile di misure di sostegno per le imprese della meeting industry. Riduzione contributiva, prolungamento della cassa Covid e contributi a fondo perduto sono alcune delle misure imprescindibili per non causare il fallimento di migliaia di imprese e il licenziamento di migliaia di lavoratori.
Con riferimento all’articolo pubblicato dalla testata Corriere della Sera on line (corriere.it), di ieri 5 gennaio 2022, dal titolo: “Covid-19, focolaio alle Maldive: turisti italiani positivi, il virus ha violato il «corridoio sicuro”, evidenziamo che, dall’inizio della programmazione da parte degli operatori turistici a seguito dell’ordinanza sui “Corridoi Turistici Covid Free” emanata dal Ministero della Salute di concerto con le Associazioni del comparto, le sei destinazioni interessate – Aruba, Egitto (Sharm El Sheikh e Marsa Alam), Repubblica Dominicana, Mauritius, Maldive, Seychelles - hanno registrato cumulativamente l’arrivo di 26.606 turisti di cui 67 – ovvero lo 0,25% - risultati positivi. Per quanto riguarda in modo specifico le Maldive, registriamo 7.022 turisti di cui 42 - ovvero lo 0,60% - risultati positivi in loco prima del rientro in Italia.
Quasi 21 miliardi di euro in venti mesi è la perdita di fatturato nell’arco temporale dell’emergenza Covid che il settore del turismo organizzato ha subito senza poter contare su un adeguato piano di sostegni secondo Bankitalia.
Ed in effetti se tra il 2010 e il 2019 il numero di occupati del settore turistico era cresciuto al ritmo del +2,2% come media annuale, a fronte di un calo nella media del terziario (-0,4) e in misura più intensa rispetto al totale dell’economia (0,4), tra il 2020 e il 2021 si sono purtroppo create tutte le premesse di un tracollo degli addetti al comparto che potrebbero passare dagli attuali 86mila a meno di 45mila.
Un dimezzamento traumatico che significherebbe soprattutto il più grave impoverimento di professionalità e knowledge tra tutti i settori produttivi del Paese, col rischio di fare del nostro mercato una terra di conquista per holding e Ota estere considerando inoltre che la componente “a termine”, ovvero la categoria di addetti più vulnerabile, nel 2021 ha subìto un crollo del 31%.
Dal report di ForwardKeys, analizzando i dati sui viaggi aerei internazionali, nel 2021 emerge un quadro della mobilità internazionale in ripresa rispetto al 2020, ma ancora fortemente influenzato dalla pandemia e dalle restrizioni dei vari governi. Nella classifica delle 20 città più popolari, mentre Dubai rimane in cima alla lista (essendo una delle principali destinazioni per il turismo, nonché un importante hub), Miami passa dal 18° al 5° posto, Madrid dal 16° al 10°. New entry della lista sono Cancun (Messico) al 2°, Il Cairo (Egitto) al 9°, Punta Cana (Repubblica Dominicana) al 12°, San Juan (Porto Rico) al 13°, Lisbona al 14°, Atene al 15°, Città del Messico al 16°, Palma di Maiorca al 17° e Francoforte al 20°. Le due città con la crescita più alta sono Cancún e Miami, entrambe principali destinazioni leisure per i viaggiatori statunitensi, che quindi guidano la ripresa.
Secondo una nuova ricerca del World Travel & Tourism Council (Wttc) in Italia rimarranno scoperti, entro la fine del 2021, 263.000 posti di lavoro diretti nel settore dei viaggi e del turismo. L’analisi, realizzata in collaborazione con Oxford Economics, ha esaminato le carenze di manodopera in Italia e nelle altre principali destinazioni votate al travel, come Stati Uniti, Francia, Spagna, Regno Unito e Portogallo, concentrandosi sul periodo tra la seconda metà del 2021 e il 2022. La ricerca rivela carenze di personale con la domanda di lavoro che inizia a superare l’offerta disponibile e l’Italia risulta essere il Paese europeo più colpito, con una previsione di deficit per ben 263.000 posti di lavoro, pari ad un posto su sette non occupato quest’anno.
Secondo il sito specializzato Flightaware sono stati circa 7.900 i voli cancellati dalle compagnie aeree di tutto il mondo durante il fine settimana di Natale. Oltre cinquemila cancellati tra la vigilia e il giorno di Natale, più di un quarto dei quali negli Usa – Delta, United e JetBlue le compagnie più colpite - dove si è registrato il picco di 184mila casi da gennaio.
In grave difficoltà anche i vettori di Pechino, con la China Eastern che ha lasciato a terra 390 voli, mentre lo scalo più colpito è quello di Xi’an, la metropoli in cui 13 milioni di persone sono state messe in lockdown dopo un focolaio di alcune decine di casi.
Sulla base dei dati dell’osservatorio Confindustria Alberghi il 2021 si chiude con un tasso di occupazione camere che fa registrare il -48,6%, con punte nelle città d’arte, che toccano -58% a Roma e -56,1% a Firenze e con Venezia e Napoli rispettivamente -57% e -43%.Non va meglio sul fronte dei ricavi dove la perdita media arriva al -55% con le città d’arte che si attestano al – 65%.Pesa sul settore l’assenza del turismo internazionale. Quest’anno gli arrivi internazionali - in massima parte europei - si fermeranno a 36 milioni. Un dato drammatico se si considera che rispetto al 2019 mancano oltre 60 milioni di viaggiatori stranieri, e che impatta fortemente sui conti del settore con una perdita di 25 miliardi di euro di spese turistiche. Sono gli esiti drammatici di un 2021 che presenta agli operatori un conto ancora più salato rispetto all’anno precedente.
Nelle tre settimane successive al primo rapporto del Sudafrica all’Oms sulla variante Omicron (24 novembre 2021), Aci europe stima che il traffico passeggeri negli aeroporti europei sia diminuito del 20%. Tuttavia, la settimana che coincide con l’inizio delle festività natalizie di fine anno, ha visto il traffico passeggeri aumentare del 9% rispetto a quella precedente (settimana 49), con un recupero dei coefficienti di carico di 2 punti al 56%. Aci Europe ha anche fatto presente che l’inversione della dinamica di ripresa del traffico passeggeri nelle ultime settimane e per il resto dell’anno significa che il 2021 finirà al di sotto della previsione del -60% del traffico passeggeri per la rete aeroportuale europea, rispetto ai volumi pre pandemici (2019).
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