Nell’ambito dell’evento di presentazione dello studio “The state of the art of the global yachting market” tenutosi ieri presso la Borsa di Milano, Confindustria Nautica, in collaborazione con Deloitte, ha riunito in una tavola rotonda imprenditori dell’industria nautica e rappresentanti del mondo finanziario.
Nell’ambito dell’evento di presentazione dello studio “The state of the art of the global yachting market” tenutosi ieri presso la Borsa di Milano, Confindustria Nautica, in collaborazione con Deloitte, ha riunito in una tavola rotonda imprenditori dell’industria nautica e rappresentanti del mondo finanziario.
Secondo lo studio The State of the Art of the Global Yachting Market elaborato da Deloitte per Confindustria Nautica, le previsioni di fatturato 2022 per la cantieristica nautica italiana si confermano ancora una volta a due cifre, in crescita tra il 15 e il 20%.
L’impatto della sostenibilità sul settore è stato analizzato in un recente studio di Deloitte, realizzato tra l’estate e l’autunno scorsi in collaborazione con l’Aiceo, l’associazione italiana dei ceo. Il 64% dei turisti italiani è influenzato nelle decisioni di viaggio da considerazioni legate ad ambiente e sostenibilità. Cifra che sale al 71% per gli under 35; il 75% ritiene che la crescita del turismo sostenibile sia un elemento chiave per la svolta del nostro Paese; il 63% degli intervistati addirittura predilige mete turistiche locali al preciso scopo di rivalutare i borghi; il viaggio “like a local” è ritenuto un modo per supportare l’economia locale. Ma il dato più rilevante è un altro: la maggioranza degli italiani oggi sembra essere disposta a pagare un sovrapprezzo pur di potere usufruire di servizi e operatori che lavorano in maniera sostenibile. Circa la metà si dichiara propenso a spendere fino al 10% in più; il 20% degli intervistati sopporterebbe anche un +15-20%.
Secondo il report speciale sullo stato del turismo culturale in Italia di The Data Appeal Company il turismo culturale italiano sta vivendo la sua fase di rinascita. Nel 2019 il data provider su dati Banca d’Italia, Istat e altri rileva una spesa complessiva di 16,1 miliardi di euro nel 2019 che si riducono a 3,3 nel 2021 e 115,2 milioni di pernottamenti contro 23,9 milioni del 2021, con un calo per entrambi gli indicatori del 79% per gli stranieri, mentre le presenze italiane subiscono una contrazione del -29%. La spesa media giornaliera del turista culturale rimane invariata a 139 euro, mentre gli italiani si attestano su una spesa media inferiore, che tuttavia segna un +6% nel 2021 rispetto al 2019.
Per il WTTC, nei prossimi dieci anni saranno circa 126 milioni i nuovi posti di lavoro generati dall’industria del turismo e il 65% di questi andrà ricercato in Asia, soprattutto tra i giganti Cina e India, a seguire l’Africa con l’11,8%, poi il Nord America con l’8% e l’Europa con un 6,9% (pari a quasi 9 milioni di posti di lavoro). Ora la sfida è rendere di nuovo attrattivo il settore per i nuovi talenti e per le generazioni future superando così lo scoglio della carenza di personale che sta colpendo tutta l’industria a più livelli.
Così, secondo il Wttc, occorre:
– facilitare la mobilità lavorativa;
L’osservatorio sulle gite scolastiche del portale Skuola.net, realizzato interpellando 3.500 alunni di classi medie e superiori, segnala che la metà degli studenti delle scuole secondarie dovrà rinunciare al tradizionale viaggio di istruzione, quello con il pernottamento fuori casa per la crisi energetica e l’inflazione. Ad oggi, solamente il 18% degli studenti intervistati dice di aver già svolto la gita. A cui va aggiunto un 30% che l’ha programmata nei prossimi due mesi. Per una quota consistente (il 17%) le speranze di partire sono invece ridotte al lumicino. A quasi un terzo (28%) la scuola ha già comunicato che quest’anno non ci sarà nessun viaggio di istruzione con almeno una notte passata fuori casa. Senza dimenticare quelli che non andranno per scelta personale o della famiglia: sono quasi 1 su 10. Inoltre, c’è anche chi non si potrà neanche consolare con la visita di un giorno, dalla mattina alla sera: oltre un quarto (28%) non farà neanche quella.
Cbre nel suo Market Outlook 2023 dedicato agli hotel evidenzia come la ripresa dell’industria alberghiera italiana nel 2022 ha interessato prevalentemente gli hotel di fascia superiore, e le stime per il 2023 indicano che il segmento alto di gamma continuerà a crescere. Il 2023 vedrà un moderato rallentamento delle economie avanzate e il persistere dell’inflazione, due fattori che potranno decelerare il recupero dei flussi. In particolare, sotto pressione sarà la domanda business, soprattutto sulle destinazioni urban secondary a vocazione direzione. La domanda leisure, soprattutto sui livelli luxury e upscale, resterà invece positiva, grazie alle prospettive di ulteriore crescita del turismo estero presso le destinazioni classiche, città d’arte e resort.
Il 2023 sarà l'anno dei record per l'Italia delle crociere secondo le previsioni per il prossimo biennio di Cemar Agency Network. Al termine del 2023 saranno circa 12,8 milioni i passeggeri movimentati nei porti della penisola (+37,6% rispetto al 2022 e +9,2% rispetto al 2019, che fu l'ultima stagione pre-pandemica). Le toccate nave saranno invece leggermente inferiori a quelle registrate nel 2022: 4.915 contro le 4.955 dell'anno precedente. Saranno infine 168 le navi in transito nelle acque italiane in rappresentanza di 52 compagnie di navigazione. I porti italiani coinvolti nel traffico crocieristico saranno 72. Proseguirà il primato di Civitavecchia (2,8 milioni), seguita a pari merito da Genova e Napoli (1,4 milioni rispettivamente).
Se l’estate del 2022 aveva visto il trionfo del revenge tourism e del breve e medio raggio, quest’anno cambia il mix in portfolio degli aeroporti milanesi gestiti da Sea, a fronte di una riduzione del 5% dell’offerta nazionale, gli aeroporti milanesi gestiti da Sea cresceranno del 14% nell’internazionale e del 41% su quello intercontinentale. In totale sono 12 le destinazioni new entry, che portano il totale a 171, servite da 76 vettori, per un totale di 368 frequenze giornaliere. E sono sette i vettori, tra cui Eva Air new, Flyone, skyexpress, che si riaffacciano con la summer, molti dei quali sul lungo raggio. Saranno così 28,5 milioni i posti offerti per la summer 2023 dagli aeroporti milanesi, fondamentalmente da Malpensa, che ne raccoglie il 71%. Di questi, il 21% torna al T2. Con la riapertura del Terminal 2 a Malpensa il 31 maggio, infatti, il sistema torna a dispiegare il 100% della capacità, e arriva all’estate con l’11% in più di sedili offerti rispetto a un anno prima.
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