IATA ha stimato un +15% di profitti netti per passeggero nel 2025, così come un +12% sul fronte delle compagnie europee per il ritardo di consegna di 5.500 nuovi Boeing che peserà nel 2025 sulle tariffe aeree, benché non sia l’unico fattore critico.


La maggior parte delle compagnie ha aumentato il costo medio dei propri biglietti e questo potrebbe tradursi per i vettori europei in risultati migliori nel primo trimestre 2025, tradizionalmente il più debole dell’anno. Lo squilibrio creatosi fra capacità dei vettori e domanda di mercato lascia ipotizzare i più incoraggianti sviluppi di settore degli ultimi decenni.
Far dipendere la maggior redditività dall’aumento dei costi finali, tuttavia, è una scommessa rischiosa. A causa della concomitante crescita dei costi primari per ragioni geopolitiche, la scorsa annata ha riservato alle compagnie europee non poche delusioni, aggravate oltretutto da una deleteria battaglia dei prezzi nei periodi di più alta capacità.
Solo a dicembre, negli Usa, il costo dei biglietti è aumentato del 17%, portando l’incremento medio annuale a un +4%, pari a 99 miliardi di dollari: il maggior gettito di sempre. Ciò nonostante le famiglie con budget superiore ai 100mila dollari - il 75% di chi viaggia in aereo - hanno continuato ad acquistare su livelli sostenuti. Analogo il trend in Europa, dove l’aumento è stato ancor più deciso con un +6%. Dopo l’impennata di domanda voli del 2024 (+10,4%), il 2025 potrebbe dunque registrare un ulteriore +8%.

(Per maggiori informazioni: www.iata.org)