Da un sondaggio sulle intenzioni di viaggio 2022 effettuato da Ipk International con Itb Berlin, che fotografa l’effetto Covid sui comportamenti di viaggio in 18 mercati, emerge che l’80% del campione sta pianificando partenze leisure internazionali nei prossimi 12 mesi, facendo registrare i livelli massimi di propensione al viaggio dall’inizio della pandemia. La percentuale, però, varia a seconda del continente: sale al 90% in Europa, scende al 70% in America e sfiora a malapena il 60% in Asia (ma con una forte tendenza al rialzo negli ultimi mesi). Quanto alle destinazioni, le mete preferite dagli americani sono i Paesi vicini come Canada e Messico, ma anche mete europee, in particolare Italia e Germania. Maggiore la tendenza al turismo domestico in Asia, e in particolare in Giappone, Corea del Sud, Vietnam e Cina, dove le persone stanno principalmente pianificando di visitare destinazioni all’interno del proprio Paese.
Per gli europei è la Spagna la prima scelta, seguita da Italia e Germania, oltre che da Francia e Grecia. Tra i fenomeni riscontrati, interessante il calo della percentuale di persone che va all’estero per far visita ad amici e parenti (ora circa il 30%), mentre le intenzioni per i viaggi d’affari oltreconfine restano stabili al 21%. Il potenziale della domanda, con un buon 63% delle preferenze, risiede soprattutto nei viaggi al mare, seguiti dai city break. Aumenta, rispetto ai livelli pre pandemici, l’interesse per le vacanze nella natura. Negli ultimi mesi è aumentata anche la domanda di crociere in tutto il mondo.
Nonostante il desiderio di viaggiare, però, rimangono delle difficoltà. Quasi il 90% di coloro che hanno effettuato di recente viaggi internazionali afferma che la pianificazione del viaggio è stata spesso complicata e l’80% segnala problematiche legate al Covid a destinazione. E il nodo non riguarda le misure in sé, quanto piuttosto la mancanza di informazioni chiare, combinate con una scarsa comunicazione da parte delle destinazioni.
Il prezzo, poi, si conferma meno importante della sicurezza. A livello globale, il target di potenziali viaggiatori internazionali è in gran parte già vaccinato (90% circa), ma nonostante ciò la diffusione del virus nelle varie destinazioni desta ancora notevole preoccupazione.
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