Secondo il report presentato nel corso dell' Hôtellerie Summit di Pambianco l’offerta alberghiera italiana vede ancora una netta prevalenza delle strutture 3 e 4 stelle, che ospitano oggi l’89% dei turisti.
La penetrazione delle grandi catene è ancora molto bassa rispetto alla media europea (7% vs una media del 18,5%, sui nostri livelli ci sono solo Svizzera e Grecia, mentre competitor come Spagna e Francia vedono una presenza di catene del 39% e del 21%). In generale, l’offerta nel 2022 ammonta a 32.425 esercizi, con una contrazione nelle categorie più basse e invece cresciute rispettivamente del 2,2% e del 5,6% nei 4 e nei 5 stelle. La dimensione media è di 69 camere, le presenze sono state 252.664, di cui il 47% straniere.
La penetrazione degli hotel di catena è cresciuta, ma di pochi punti rispetto a una decina di anni fa, infatti era del 4% nel 2013, anche se l’incremento appare più corposo nel numero di strutture di catena, passate da 1.324 alle attuali 2.189. E sul totale dei gruppi presenti nel nostro Paese, 138, solo 37 sono domestici, mentre 101 sono le catene internazionali.
Tra i cinque top player dell’hôtellerie italiana al primo posto per fatturato svetta Starhotels con 304 milioni di euro nel 2023 e una crescita del 25% rispetto all’anno prima. Seguono Gruppo Una, con 200 milioni e +37%, Hotelturist con 187 milioni e +37%, la divisione alberghiera di Alpitour (Voihotels-VRetreats) con 177 milioni e +32% e al quinto posto Aeroviaggi Mangia’s Resorts con 114 milioni di euro in crescita rispetto ai 79 milioni del 2022. In totale i 5 big five raccolgono un fatturato di quasi un miliardo di euro. A livello mondiale, i cinque grandi gruppi quotati più forti nel mondo sono Marriott International, 21.451 milioni nel 2023, seguito da Hilton Worldwide, Hyatt Hotels Corporation, Accor e InterContinental Hotels Group.
In generale il turismo in Italia nel 2023, con un valore aggiunto di 196,4 miliardi (+1% sul 2022) ha pesato per il 10,3% del Pil. Il settore nei primi 9 mesi del 2023, anche considerando solo il segmento dell’ospitalità, ha un saldo attivo di 17,2 miliardi di euro in crescita del 7,2% sullo stesso periodo del 2022.
L’analisi dei flussi per macroaree vede la guida dall’Europa con forte distacco sulle aree di Asia e Pacifico salite in seconda posizione grazie ad una crescita del 155% sull’anno precedente e dalle Americhe, scese in terza posizione nonostante l’ulteriore crescita del 27%.
Da quanto emerso, la pandemia sembra ormai superata, con quasi un terzo del campione che non segnala cambiamenti sostanziali tra pre e post Covid. La scelta di un hotel a 3 stelle, privilegiata dai viaggiatori italiani, deriva essenzialmente da considerazioni economiche. La scelta di un hotel 4/5 stelle, in testa alle preferenze dei tedeschi, è invece una “coccola”, una parentesi nel lusso. La casa vacanza è invece sinonimo di libertà e autonomia nel soggiorno.
Per la scelta dell’hotel, sono tutti d’accordo su quale sia l’elemento fondamentale: la colazione, abbondante e curata. Gli italiani orientano la loro selezione anche in base alle recensioni e alla cancellazione flessibile. I tedeschi sono invece attenti all’ubicazione (centrale e/o tranquilla) e al numero di stelle. Scarsa pulizia, personale poco empatico, colazione scarsa e poco invitante e rumorosità sono i fattori critici che danneggiano la fedeltà dei clienti. Solo poco più di un quarto del campione totale dichiara infine di avere in mente la sostenibilità come elemento di scelta delle strutture. Devono quindi essere le strutture stesse a comunicarla di più, sottolinea la ricerca.
(Per maggiori informazioni:https://summit.pambianconews.com/2hotelleriesummit/)