Secondo gli ultimi dati Istat il rallentamento della domanda domestica non ha permesso nel 2023 agli arrivi nel ricettivo italiano di raggiungere ancora i livelli pre-Covid.
Le cifre si riferiscono in particolare al numero degli ospiti registrati l’anno scorso negli alberghi, negli alloggi per le vacanze e nei campeggi della Penisola (escludendo quindi le case private per gli affitti brevi, che non rientrano nell’analisi): un flusso che ha superato nel 2023 i 125 milioni di persone, per un incremento del 5,48% rispetto al 2022, ma senza appunto riuscire a raggiungere i livelli pre-Covid del 2019, quando si erano sorpassati i 131 milioni di ospiti.
E a mancare all’appello sono stati soprattutto gli italiani (-2.08%), mentre i viaggiatori internazionali sono saliti del 14,7%. Un trend che ha invertito il tradizionale rapporto tra domanda domestica e straniera nelle strutture ricettive italiane, con la seconda che ha superato la prima. Ma che soprattutto è stato in grado di spingere i fatturati, visto che la spesa dei turisti stranieri aveva già superato i livelli del 2019 nei primi nove mesi dell’anno scorso (+24,5% secondo il Centro Studi Confindustria). Che però qualcosa non sia ancora del tutto a posto, lo testimonia il confronto con la Spagna. Nel paese iberico, infatti, il dato comparabile sugli arrivi racconta un’altra storia, con gli ospiti registrati nelle strutture ricettive della destinazione mediterranea che a novembre erano già oltre i livelli totali del 2019 di circa 4 milioni di arrivi, per un totale di quasi 139 milioni.
(Per maggiori ninformazioni: https://www.istat.it/it/archivio/291790; https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/dettaglio/congiuntura-flash-dicembre-2023)