Secondo quanto emerge dalla Relazione annuale sul 2021 della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia italiana l’anno scorso il Pil italiano è cresciuto del 6,6%, recuperando due terzi dell’eccezionale contrazione del 2020 dovuta alla crisi sanitaria. Al recupero hanno contribuito anche in parte i flussi turistici che in entrata sono nettamente saliti a partire dai mesi estivi, pur restando più bassi di oltre il 20% rispetto a quelli precedenti la pandemia.
Nonostante nel 2021 il reddito disponibile delle famiglie sia cresciuto significativamente, grazie soprattutto all’aumento dell’occupazione, i consumi, pur salendo in maniera decisa, hanno recuperato solo parzialmente la brusca contrazione del 2020. Il divario rispetto ai valori precedenti l’emergenza sanitaria resta ampio per le spese legate al settore turistico e ricreativo. La propensione al risparmio è scesa dai massimi raggiunti nel 2020, ma rimane alta rispetto ai livelli degli ultimi due decenni.
In termini di occupazione, ci sono state grandi differenze tra categorie di lavoratori e tra settori. L’incremento ha riguardato esclusivamente i rapporti di lavoro dipendente (in particolare quelli a termine, che erano molto diminuiti nei primi mesi della pandemia); è stato più intenso per gli uomini. Vi è stato un pieno recupero nel commercio, mentre nel turismo il ritardo è rimasto notevole, anche per effetto della nuova ondata pandemica verificatasi all’inizio del 2021
Con la forte ripresa del commercio mondiale, nel 2021 le esportazioni italiane di beni sono aumentate in misura rilevante, nonostante l’insorgere di strozzature nelle catene globali di approvvigionamento. Le esportazioni di servizi, pur in significativa espansione grazie al recupero delle entrate turistiche, restano invece ancora al di sotto dei valori antecedenti lo scoppio della pandemia. Sostenute a partire dai mesi estivi dal recupero delle entrate turistiche, si sono espanse in misura pronunciata (14,3%), pur restando ancora di oltre un quinto sotto il livello del 2019. Sono aumentate inoltre le vendite di servizi di trasporto, grazie al recupero dei flussi di merci e di passeggeri; si sono ampliate, in misura più contenuta, anche quelle di servizi alle imprese.
Il turismo ha beneficiato della ripresa delle entrate internazionali, in particolare dei viaggiatori europei, a partire dall’estate, ma resta ancora appena la metà di quello pre-pandemia.
Tra i 100 traguardi per il 2022, la maggior parte dei risultati da raggiungere riguarda le missioni relative alla digitalizzazione e alla transizione ecologica, che assorbono il 52% delle risorse complessive del Pnrr. Gli interventi previsti per l’anno in corso interessano diversi ambiti, fra i quali anche il miglioramento dell’attrattività dei centri turistici e dei luoghi di cultura.
Adesso c’è da affrontare l’incertezza della guerra e se dovesse sfociare in interruzione delle forniture di gas russo, il Pil potrebbe ridursi di 2 punti in media nel biennio e il tasso di crescita si ridurrebbe a -0,3% nel 2022 e a -0,5% nel 2023. Inflazione a +0,9% sul mese e +6,9% sull’anno “al livello di marzo 1986. L’aumento dei prezzi delle materie prime importate è una tassa ineludibile per il Paese.
(Per maggiori informazioni: www.bancaditalia.it)