Isnart ha rilevato che oggi il 50% dei turisti in Italia appartiene alle generazioni Y e Z, nati dopo il 1981 e nativi digitali, il 94% è attento alle opzioni di viaggio sostenibili e il 40% sceglie di esplorare destinazioni poco conosciute, assetato di riscoperta e senso di appartenenza. È un turismo “nuovo” e in rapida evoluzione, o che fa i conti con le conseguenze di una pandemia non ancora del tutto superata e con i timori internazionali per lo sviluppo del conflitto in Ucraina.
Dopo due anni di covid, l’Italia è ancora al -43% di flussi turistici rispetto al 2019 e per recuperare questo enorme gap di arrivi l’incoming deve dotarsi di nuove destinazioni e nuove modalità di far vacanza, assecondando un turismo che in pochi anni è profondamente cambiato. Non si deve più analizzare dove il turista va in vacanza ma ‘perchè’ ci va.
Nello specifico il turismo culturale, continua ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione dell’offerta, tanto che oltre il 53,1% degli operatori lo individua come propria area di specializzazione, dato che lo pone al vertice dell’attenzione dell’industria turistica, prima del turismo naturalistico con il 51,1%, del turismo balneare e legato agli sport acquatici con il 29,3% e del turismo enogastronomico con il 23,8%.
Il secondo modello è all’insegna del cicloturismo che continua a registrare un interesse crescente sia sotto il profilo della domanda, +30% di turisti che scelgono la bicicletta nel biennio 2019-2021, che per la sua dimensione economica in quanto la spesa procapite di questa categoria di turisti è superiore alla media complessiva
Una proposta di grande richiamo che potrà diventare il fulcro del turismo religioso che in Italia, attualmente, rappresenta il 2,5% del totale dei turismi, col 70% di turisti italiani e tra gli stranieri una forte presenza di tedeschi (30%).
(Per maggiori informazioni:www.isnart.it)