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  • News 2021

    Nell’ultimo trimestre, sulla multipiattaforma digitale Bizaway, specializzata nel segmento del business travel, si è registrata una crescita costante media delle prenotazioni di oltre il 41% su base mensile, con un picco del 62% a metà giugno. Sebbene i viaggiatori inizialmente puntassero sulla ricerca di nuove opportunità all’interno del mercato nazionale, c’è stato comunque un boom dei viaggi aziendali internazionali, soprattutto in Europa. E le destinazioni estere più gettonate sono risultate, a livello europeo, Madrid, Barcellona e Milano, seguite da Berlino, Lisbona, Valencia e Parigi.

    Secondo quanto riportato recentemente da Statista, se nel 2020 il mercato globale dei viaggi online valeva circa 432 miliardi di dollari, in 5 anni, entro il 2025, toccherà quota 833 miliardi di valore, con un aumento stimato del 93%.  Un trend che sta incidendo sempre di più sulle scelte, le strategie e sugli investimenti dei maggiori player del settore turistico: sempre secondo Statista, il 65% del fatturato globale dell’intero settore deriva da operazioni e transazioni sui canali online.

    Gli scenari previsionali dell’Osservatorio Isnart/Unioncamere, prevedono nel 2021 una leggera flessione delle presenze turistiche complessive rispetto al 2020 (-2%), segno di quanto abbia pesato e continui a pesare l’impatto della pandemia. Su tale previsione incide, in particolare, l’impatto dei primissimi mesi dell’anno, pienamente colpiti dal Covid a differenza di quanto accaduto nel 2020. Il 57% circa delle imprese ricettive prevede un 2021 in perdita (era l’84% nel 2020) e solo il 20% dei casi stima di avere degli utili. 

    L’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, esprime profonda sorpresa e rammarico in merito al provvedimento che impone l’obbligo di green pass per accedere ai parchi divertimento a partire dal 6 agosto. Giuseppe Ira, Presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG) dichiara: “Il provvedimento, condivisibile nella teoria, non è attuabile nella pratica con un termine di tempo così ravvicinato. Lo Stato rischia di discriminare il 50% dei cittadini, senza peraltro avere le risorse necessarie per garantire loro l’accesso al green pass, qualora ne facessero richiesta. Una decisione che ha ripercussioni purtroppo già evidenti e preoccupanti sulle aziende del nostro settore, a cui per l’ennesima volta è riservato un trattamento iniquo, se comparato con luoghi al chiuso come i centri commerciali.

    Il decreto Sostegni bis convertito ha ricevuto il via libera del Senato ed è ora legge. Il testo porta con sè misure urgenti anti Covid per imprese, lavoro, giovani, salute e servizi territoriali per 40 miliardi, portando tra l’altro il Bonus vacanze anche in agenzia di viaggi e nei tour operator per l’acquisto di pacchetti turistici. All’articolo 1 troviamo i contributi a fondo perduto: i destinatari sono le imprese, i lavoratori autonomi, i professionisti e gli enti del terzo settore che svolgono attività commerciale.

    GlobalData tramite un sondaggio ha rilevato che il 26% degli intervistati ha dichiarato di preferire un viaggio di piacere di oltre 10 notti, secondo solo ai viaggi da quattro a sei notti (28%).
    L’analisi di GlobalData ha mostrato che nel 2019 la lunghezza media del viaggio è stata di 4,45 giorni per i viaggi nazionali e 9,22 giorni per i viaggi internazionali, rivelando che la domanda di soggiorni più lunghi è aumentata notevolmente dall’inizio della pandemia. Con meno opportunità per le spese ricreative e la riduzione delle spese dovute al pendolarismo, alcuni hanno risparmiato somme considerevoli.

    Lo studio condotto dal Mastercard Economics Institute a livello mondiale dimostra che nel caso del nostro Paese il numero di prenotazioni di voli nazionali ha addirittura superato i livelli pre-pandemia (103%) attestati a fine 2019, mentre invece sta tardando la ripresa di quelli internazionali, ferma al 46%. Oltre all’Italia, a superare il numero di prenotazioni di voli nazionali rispetto ai livelli pre pandemia ci sono gli Stati Uniti, l’Australia e la Francia. Mentre stati come il Canada, la Thailandia e la Nuova Zelanda sono ancora ben lontani dal raggiungere anche solo parzialmente i livelli pre-Covid.

    Lo studio Future4tourism/Ipsos rivela che 7 italiani su 10 sono pronti a partire nei mesi estivi nonostante l’allarme sulla variante Delta, le criticità relative all’utilizzo e all’estensione del green pass, le regole sempre pronte a cambiare. Il valore del 70% di italiani che parte in vacanza tra luglio e settembre è in linea con il periodo pre Covid, ovvero quello riferito alle estati 2018-2019. Anche la durata delle vacanze programmate è tornata ai livelli pre-pandemia: sono soprattutto il long weekend (3 pernottamenti) e le long holiday (quelle superiori ai 13 notti) a tenere il passo mentre le vacanze di media durata (dalle 4 alle 13 notti), seppur in ripresa, restano più penalizzate.

    Secondo l’ultimo report sull’impatto del Covid sul comparto ferroviario della Comunità europea delle compagnie e dei gestori ferroviari (Cer) sono pochi i segnali di ripresa per la situazione economica delle ferrovie in Europa con un peggioramento delle entrate registrato da gennaio a maggio 2021 rispetto al secondo semestre del 2020.
    In particolare, il traffico passeggeri è diminuito del 66% nel periodo da novembre 2020 ad aprile 2021 rispetto al 2019, per migliorare leggermente a maggio (-59%), mentre le perdite di fatturato restano intorno al 50%.

    Secondo le stime dell’Osservatorio Turismo Open Air elaborate dall’Istituto Piepoli su richiesta di Enit e Human Company, un quarto degli italiani che andrà in vacanza sceglierà strutture outdoor, villaggi o agriturismi, con crescenti preferenze per camping e rifugi montani. Il 65% di chi pianifica outdoor sceglierà una destinazione di mare, il 20% la montagna, il 16% città e località d’arte. Il profilo del viaggiatore outdoor è simile a quello dell’ultimo anno, con una decisa presenza di giovani (21%) e scarsa di over 64 (3%). Interessante il dato sul periodo: se agosto si conferma il mese dominante (per il 48% degli italiani e per il 54% dei turisti outdoor è il periodo individuato per le vacanze), settembre registra una quota considerevole, specialmente tra i propensi all’outdoor (28%).