COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Roma, 20 novembre 2008 – Parlare oggi di tassa di soggiorno, come chiedono le città d’arte, o di tassa di scopo, come previsto all’art. 10 del decreto Calderoli sul federalismo fiscale, in discussione oggi alle Commissioni riunite Affari Costituzionali, Bilancio e Finanze del Senato, è lontano da ogni logica.
Secondo Elena David, Presidente di AICA, e Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Confindustria Alberghi, “l’adozione di una tassa sul cliente d’albergo non risolve i problemi che affliggono le nostre città perchè non colpisce i flussi turistici mordi e fuggi, ma clienti che già portano risorse al territorio pagando tariffe che le nostre imprese tramite ICI, TARSU, IRAP, lavoro e indotto, restituiscono alla comunità.
In un momento come questo, dove gli alberghi, a fronte di un calo dell’ordine del 20-30% stanno lottando per mantenere l’occupazione, l’adozione di una tassa sul cliente rischia di portare le nostre aziende completamente fuori mercato. Anche 1 euro a cliente al giorno, pesa enormemente nella negoziazione con i tour operator particolarmente oggi con una crisi che sta colpendo molto duramente il settore e proprio il prezzo gioca un ruolo chiave.
Pensare oggi di inserire una nuova tassa 'sul turista' vuol dire penalizzare ulteriormente un settore che sta già pagando un prezzo molto alto alla crisi internazionale”.
(Per maggiori informazioni: segreteria@confindustriaalberghi.it - info@aica-italia.it)
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