Giustizia fiscale per la portualità turistica italiana
Come già avvenuto in altre regioni marittime italiane, con le ordinanze del Consiglio di Stato e del tribunale di Udine che per i porti di Etrusca Marina in Toscana e Marina Punta Faro in Friuli, che hanno sospeso l’efficacia degli ordini di introito dei nuovi canoni demaniali, oggi anche per la portualità turistica pugliese si determina una tappa positiva dell’estenuante braccio di ferro che le strutture per la nautica da diporto di tutto il Paese stanno conducendo nei confronti del Ministero delle Finanze contro l’iniquo incremento retroattivo dei canoni demaniali per stabilimenti balneari e porti.
E’ stato questo il leit motive dell’intervento di ASSOMARINAS (Associazione dei Porti Turistici Italiani) al convegno su “Portualità turistica ed economia costiera” al Salone Nautico del Salento e dell’Economia Sostenibile conclusosi il 3 maggio a Marina di Brindisi.
“Quando nella motivazione dell’ordinanza di sospensione riguardante ad esempio il porto turistico di San Foca – ha dichiarato il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio- si legge che: “La rideterminazione della misura del canone che comporti un aumento notevole e repentino a carico del concessionario altera il meccanismo di formazione della volontà negoziale del medesimo introducendo un fattore di squilibrio nell’esercizio dell’attività imprenditoriale” oppure quando si legge ancora, come nel caso del Porto Turistico Marina di Brindisi, che “sussiste il pericolo di un pregiudizio rilevante per la sfera patrimoniale della ricorrente, a motivo del repentino ed esorbitante aumento degli importi da versare”, allora non c’è più spazio per continuare a dibattere ma si può solo porre rimedio, con immediatezza e a livello legislativo, ad un errore di impostazione normativa che sta gravemente penalizzando tutto il comparto nautico-turistico e balneare e, quel che è peggio, rallenta investenti già programmati per i circa 40.500 nuovi posti barca già in corso di realizzazione e di progettazione”.
Altro argomento di pressante attualità affrontato nel corso del convegno con la vibrante protesta degli operatori del settore portuale turistico espressa da Sebastiano De Liso in rappresentanza degli oltre 8000 ormeggi facenti capo al gruppo CMR (Cooperativa Muratori Riunita ) e distribuiti tra Ravenna, Goro, Casal Borsetti, Bisceglie , Manfredonia, Montenero di Bisaccia e il nuovo porto turistico di Fiumicino in corso di realizzazione) è quello relativo alla impellente esigenza di dragare i fondali dei porticcioli che rischiano lo “strangolamento burocratico” per l’eccessiva complessità delle procedure autorizzative e per gli insostenibili costi che comportano”. In questo senso è stato rinnovato l’appello al Sottosegretario all’Ambiente on. Menia a provvedere con immediatezza all’emanazione del decreto attuativo del Comma 109 del D.L.G.S. 152/2006 (n.d.r. che ammette la possibilità di immersione in mare di sedimi non inquinanti) al fine di arrivare alla formulazione di autorizzazioni poliennali che consentano l’ordinaria manutenzione dei siti.
L’opportunità offerta dai fondi comunitari da dedicare a progetti di sviluppo del turismo costiero sostenibile (dai FESR ai FSE, ai FAS, dal progetto Leonardo al 7° Programma Quadro), per implementare la politica dell’Integrated Coastal Management (Gestione Integrata delle Aree Costiere : Raccomandazione Comunitaria 2002/413/CE) e la Strategia Marittima (Comunicazione 2008 /56/CE), tramite proposte atte a garantire la durevolezza nel tempo dei beni che si vanno a realizzare e la potenzialità intrinseca di realizzare reddito, con ricadute positive permanenti sul territorio, è stata ribadita dall’arch. Barbara Bonetti , esperta di problematiche comunitarie e ricercatrice universitaria. “A livello comunitario persiste una costante pressione a prendere in maggior considerazione le aree costiere, ad esempio nel quadro dei nuovi INTERREG del prossimo periodo di programmazione, stante l’importanza, per lo sviluppo sostenibile, dei progetti di cooperazione e di reti di partenariato tra stakeholders costieri”. L’obiettivo di questo sforzo è quello di garantire un armonioso sviluppo dell’economia costiera in considerazione della crescita esponenziale che l’economia turistica sta registrando con un contributo al PIL comunitario del 10% e con un 12% di forza lavoro impiegata nel settore.
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