La cura della bellezza è più che un ideale: è un progetto concreto e fattibile. Lo illustra, con esempi e progetti, il libro di Gregorio Arena “I custodi della bellezza”. Prendersi cura dei beni comuni proponendo un vero e proprio “Patto per l’Italia fra cittadini e istituzioni”.
Un’idea innovativa, un metodo di lavoro, una storia di gruppo e una proposta, per dar vita ad un Patto fra i cittadini e le istituzioni per il rilancio dell’Italia. Oggi più che mai.
Il tutto in un libro, “I custodi della bellezza”, di Gregorio Arena, da poco pubblicato dal Touring Club Italiano, per mettere a sistema e far conoscere le tante esperienze di cura dei beni comuni che sono nate, e che continuano a fiorire in Italia nonostante la pandemia, grazie al Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni e con i Patti di collaborazione che da esso nascono. Un lavoro diffuso e radicato sul territorio, che promosso e sostenuto da Labsus-Laboratorio della sussidiarietà (www.lasbus.org) costituisce un vero antidoto al degrado e all’isolamento di questi tempi.
“I custodi siamo noi”, scrive l’autore, presidente di Labsus, Consigliere del Touring Club Italiano e già professore di Diritto Amministrativo nell’Università di Trento che, da anni, è impegnato in una battaglia che considera, oggi più che mai nel dopo Covid, essenziale per cambiare il nostro Paese. “La bellezza è l’Italia, di cui siamo i custodi perché avendo ricevuto questo nostro meraviglioso Paese in eredità, abbiamo il dovere di tramandarlo a chi verrà dopo di noi in condizioni uguali o migliori di quelle in cui l’abbiamo ricevuto.”
In concreto significa che «dobbiamo essere ‘custodi attivi’, dobbiamo cioè impegnarci nella cura dei beni che ci sono stati affidati, naturalmente non sostituendoci alle istituzioni, ma agendo insieme con esse». L’obiettivo finale è la realizzazione di un sogno, quello di vedere un intero Paese che si prende cura di sé stesso e dei propri beni comuni e, nel far ciò, libera le infinite energie nascoste nelle nostre comunità, rafforzando il senso di appartenenza e la coesione sociale.
“Lo scopo di questo volume – afferma Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano – è di unire i punti luminosi cioè tutti coloro che si impegnano, attraverso un patto di collaborazione con le istituzioni, a prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali individuati. Sono quasi 1 milione i cittadini attivi, capaci e competenti, usciti dalla logica dell’indifferenza per entrare in quella della responsabilità.”
“Da queste pagine - scrive Felice Scalvini, promotore e guida della cooperazione in Italia, che è stato copresidente di Cooperatives Europe, - emerge la volontà di promuovere la costruzione di una polis caratterizzata da cittadini che ne siano responsabili, che ad essa sappiano dedicarsi, che, in ultima istanza, la sappiano amare”.
Marianella Sclavi, maestra dei processi partecipativi e democratici, in un articolo sul sito di Sbilanciamoci.info, aggiunge: “I cittadini attivi guardano da un lato al loro territorio e dall’altro direttamente ai valori e principi della Costituzione e in particolare a quell’art. 118 (Nuovo Titolo V, ultimo comma, 2001) che ha introdotto il diritto dei cittadini a occuparsi del bene comune”.
“I custodi della bellezza. Prendersi cura dei beni comuni. Un patto per l’Italia fra cittadini e istituzioni” riprende e prosegue il discorso iniziato nel 2006 con Cittadini attivi, scritto cinque anni dopo l’introduzione in Costituzione del principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118, ultimo comma), che ha favorito la crescita rapida delle attività di cura condivisa dei beni pubblici che ci sarebbe stata di lì a poco, grazie anche all’iniziativa di Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà www.labsus.org) che nel 2014 ha rivoluzionato i rapporti fra cittadini e amministrazioni. Da allora, dopo Bologna, più di 230 comuni hanno adottato il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, dando così vita, inquadrandoli in un sistema che consente continuità, sicurezza, efficacia ed efficienza a migliaia di Patti di collaborazione per la cura dei beni comuni. La “custodia”, quindi, non è pura conservazione del bene. È molto di più: è individuare e concordare insieme tutto ciò che è necessario; è garantire la fruizione collettiva dei beni; è coordinamento e partecipazione; monitoraggio e valutazione; attribuzione di responsabilità. Con un ulteriore, impagabile, beneficio: alimentare fiducia costruendo comunità.
“I CUSTODI DELLA BELLEZZA.
Prendersi cura dei beni comuni. Un patto per l’Italia fra cittadini e istituzioni”
Autore: Gregorio Arena
Touring Club Italiano - Collana Geografie
282 pagine
€ 14