Da un sondaggio sulle intenzioni di viaggio 2022 effettuato da Ipk International con Itb Berlin, che fotografa l’effetto Covid sui comportamenti di viaggio in 18 mercati, emerge che l’80% del campione sta pianificando partenze leisure internazionali nei prossimi 12 mesi, facendo registrare i livelli massimi di propensione al viaggio dall’inizio della pandemia. La percentuale, però, varia a seconda del continente: sale al 90% in Europa, scende al 70% in America e sfiora a malapena il 60% in Asia (ma con una forte tendenza al rialzo negli ultimi mesi). Quanto alle destinazioni, le mete preferite dagli americani sono i Paesi vicini come Canada e Messico, ma anche mete europee, in particolare Italia e Germania. Maggiore la tendenza al turismo domestico in Asia, e in particolare in Giappone, Corea del Sud, Vietnam e Cina, dove le persone stanno principalmente pianificando di visitare destinazioni all’interno del proprio Paese.
Enit-Agenzia Nazionale del Turismo italiana punta sul turismo del lusso prendendo parte alla Iltm di Cannes con gli operatori del settore e le Regioni per promuovere le magnificenze del Paese. Coinvolti oltre 1700 buyers internazionali, 92 operatori, 28 t.o. privati e gli enti locali italiani per un'esposizione di 520 mq. L'Italia come destinazione di lusso è stata svelata a Cannes in tutta la sua magnificenza, mettendo in mostra l'eccellenza, la competenza, la diversità, la creatività, il calore e la sicurezza del Paese, una delle massime priorità in questi tempi. Con la riapertura del mondo degli affari, il lusso e il turismo saranno un vero trampolino di lancio per la crescita dell'economia italiana. Si ricorda che l'80% degli acquisti pre-Covid nel settore del lusso in Italia sono stati effettuati da turisti stranieri. Questo mercato di nicchia rappresenta il 3% del PIL del Paese (in termini di mercato turistico corrispondente al 13% del Pil) e funge da volano per l'economia italiana.
Le nuove linee guida delle Regioni recepite in un’ordinanza del Ministro Speranza in via di pubblicazione, stanno creando grandissima preoccupazione nel settore alberghiero. Da sempre gli alberghi sono tra le location preferite per l’organizzazione di convegni e di congressi, ma le nuove linee guida rischiano di creare incertezze tali da bloccare completamente questa attività – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Se da un lato infatti viene superato il vincolo del distanziamento che ad oggi ha regolamentato l’attività congressuale, dall’altro affida ad un non meglio precisato “confronto” tra l’organizzatore e le Autorità Sanitarie Locali, l’individuazione di volta in volta del numero massimo dei partecipanti. Un aspetto questo che in assenza di parametri oggettivi di riferimento, apre la strada ad una sorta di Far West del settore.Un percorso di incertezze (e burocrazia) che condizionerà tutta l’attività congressuale e convegnistica, peraltro proprio riguardo ad un aspetto che in sé non presenta particolari complessità. Tutti gli spazi infatti sono autorizzati per legge, alla luce delle caratteristiche strutturali, ad un massimo di capienza correlata agli utilizzi.
Le “Linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali” recepite dal Ministro Speranza e in via di pubblicazione prevedono che la capienza massima dei partecipanti a congressi ed eventi aziendali venga di volta in volta stabilita dopo un confronto tra l’organizzatore con le Autorità Sanitarie Locali. Un’indicazione, questa, che rischia di paralizzare il settore dei congressi, dei convegni e degli eventi aziendali, e cioè il settore che più di ogni altro è stato colpito dalle limitazioni dovute alla pandemia.
Le linee guida tolgono, finalmente, il distanziamento di un metro tra i partecipanti, recependo così le istanze della meeting industry che, ormai da mesi, chiedeva che centri congressi, sale meeting di alberghi e location per eventi fossero assimilati a cinema e teatri. Ma la fine del distanziamento è accompagnata da un’indicazione che genera il caos.
Secondo Ipsos gli italiani che prevedono una vacanza invernale sono il 62%, in crescita del 16% e ormai quasi in media ai livelli pre-Covid, ma il 68% guarda ormai solo all'Italia. Tra le destinazioni preferite: il Trentino Alto Adige (17%), la Toscana (11%), le new entry Valle d'Aosta (9%) e Puglia (8%), mentre la Sicilia (8%) consolida il suo trend positivo pre-pandemico". Torna infine la fiducia negli alberghi e nel ricettivo organizzato, scelti dal 54% (+4% sull'inverno 2021).
Arrivano dati incoraggianti dall’ultimo World Tourism Barometer, l’osservatorio dei trend turistici dell’Unwto: dopo una prima metà del 2021 debole, il terzo trimestre dell’anno ha visto un rimbalzo del turismo internazionale nell’emisfero settentrionale, facendo registrare un aumento del 58% degli arrivi di turisti tra luglio e settembre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020.
La ripresa però rimane ancora fragile: i numeri sono del 64% inferiori ai livelli del 2019. Nel terzo trimestre dell’anno, l’Europa ha registrato un calo degli arrivi internazionali del 53% rispetto allo stesso trimestre del 2019, rimanendo comunque la migliore performance al livello internazionale. E se è vero che in agosto e settembre gli arrivi si sono attestati a -63% rispetto al 2019, è vero anche che rimangono i migliori risultati mensili dall’inizio del pandemia.
A livello globale, gli arrivi di turisti internazionali tra gennaio e settembre, sono diminuiti del -20% rispetto al 2020, in netto miglioramento rispetto ai soli primi sei mesi dell’anno (-54%). Tuttavia, gli arrivi complessivi sono ancora del 76% al di sotto dei livelli pre-pandemia con prestazioni disomogenee tra le regioni del mondo.
Per il Report di AlixPartners la ripartenza del settore aereo non si avrà prima del 2025, prevedendo nei prossimi tre anni un recupero di traffico non superiore al 20-25%. Una ripresa che sarà ancor più lenta nei viaggi d’affari, segmento che per il 2022 segnerà una perdurante sofferenza con cali rispetto al 2019 del 40-45%. In buona sostanza le aziende continueranno a limitare i budget per le trasferte di lavoro ed il bacino leisure sarà fortemente condizionato dai provvedimenti e dalle possibili restrizioni.
Secondo l’ultima ricerca di Wttc la spesa globale legata ai viaggi è diminuita significativamente dal 2019 al 2020. Il settore travel & tourism ha subito perdite per quasi 4,5 trilioni di dollari e più di 62 milioni di persone hanno perso il lavoro e la spesa dei visitatori nazionali è diminuita del 45%, mentre la spesa dei visitatori internazionali è scesa del 69,4%. Inoltre dopo un calo del 61% nel 2020, la spesa globale per i viaggi d’affari dovrebbe aumentare del 26% quest’anno e del 34% nel 2022, il che implica un recupero del 66% rispetto al 2019. In alcune regioni, la crescita dei viaggi d’affari sarà più rapida di quella del leisure.
Nelle Americhe, la spesa aziendale dovrebbe aumentare del 14% quest’anno e del 35% nel 2022, nell’area Asia-Pacifico, del 32% quest’anno e del 41% l’anno prossimo, in Africa, del 36% nel 2021, leggermente meglio della spesa leisure al 35%, seguita da un aumento del 23% l’anno prossimo. In Europa, la spesa travel è prevista in aumento del 36% quest’anno, anche in questo caso la percentuale è migliore rispetto al leisure al 26%, seguito da un aumento del 28% nel 2022 e in Medio Oriente, la spesa è destinata ad aumentare del 49% quest’anno, con il leisure al 36%, seguita da un aumento del 32% il prossimo anno.