COSI’ LA PORTUALITA’ TURISTICA NON USCIRA’ DAL TUNNEL

PEROCCHIO “Siamo ostaggi di un mostro giuridico”

Nessuna risposta chiara dai tanti convegni promossi al 51° Salone Nautico Internazionale di Genova  per i 100 porti turistici  che si dibattono tra crisi ed aule dei tribunali per tentar di arginare l’effetto devastante provocato sui bilanci della maggior parte delle strutture nautiche del Paese per l’improvvida imposizione dei canoni demaniali retroattivi.

“Pacta sunt servanda”, (gli accordi vanno rispettati) , sbotta il presidente di Assomarinas, ( l’Associazione Italiana dei Porti Turistici aderente a UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA ed a FEDERTURISMO ) ,  Roberto Perocchio perché questo è un principio giuridico fondamentale per qualsiasi società civile ma è anche una regola fondamentale per il corretto sviluppo economico del Paese. Siamo invece di fronte ad uno Stato che palesemente viola i contratti a suo tempo stipulati con i privati investitori impegnati nella gestione dei porti e che dal 2007 attendono un chiarimento normativo che sgombri il campo da un colossale equivoco che estende il pagamento di somme mai precedentemente richieste alle imprese portuali turistiche che hanno basato i propri piani industriali su presupposti completamente diversi”.

“E’ quindi perfettamente inutile - continua il Presidente - discorrere sui “massimi sistemi” quando nessuno sarà così sprovveduto da investire in un Paese i cui “patti” vengono rotti con tanta disinvoltura”.Un riprovevole atteggiamento, dunque, confermato anche dallo studio presentato a Genova dall’Osservatorio Nautico Nazionale (O.N.N.) che denuncia un misero 15% di presenza straniera nei nostri porti turistici, causa evidente delle infinite complicazioni burocratiche, degli  asfissianti se pur legittimi controlli e di una pressione fiscale sui servizi al diportista che contribuisce ad avvelenare i pochi giorni di vacanza sulle coste italiane.

“ Se seriamente vogliamo lavorare per la ripresa - conclude Perocchio - Agenzia del Demanio e Ministero delle Finanze dovranno introdurre  in primis  nel prossimo Decreto per lo Sviluppo una norma transitoria che chiuda definitivamente l’aspro contenzioso in essere  sul demanio marittimo proprio quando  ci sono decine e decine di ricorsi già avviati che rischiano di protrarsi per una decina d’anni con il risultato di produrre la totale paralisi di tutti gli investimenti già previsti per la riqualificazione, la ristrutturazione, per la promozione e l’ammodernamento tecnologico dei nostri marinas “

Dal Salone nautico genovese Assomarinas lancia dunque un ulteriore appello al Governo perché si passi dalle tante chiacchiere a pochi ma concreti fatti per consentire anche alla portualità turistica di concorrere con i suoi 20.000 addetti e con i 5 miliardi di euro di investimenti privati attesi per i prossimi 5  anni  al risollevamento del Prodotto Interno Lordo (P.I.L.)  combattendo quel “mostro giuridico” indegno per un Paese sedicente civile.  

(Per maggiori informazioni: info@marinas.it)