Aumento delle cancellazioni e posticipi al 2021 secondo i dati della ricerca globale di Aigo e Travel Consul, che ha misurato l’impatto del covid-19 sul turismo. In Italia il 53% del campione parla di prenotazioni cancellate, il 42% le rimanda al 2021. Anche in Europa e a livello mondiale i dati sono per lo più in linea, oltre la metà del campione cancella le prenotazioni, il 38% del campione europeo le rimanda al 2021 contro il 40% a livello globale.
La possibilità di essere flessibili è considerato un importante fattore per i professionisti. In Italia il 59% delle persone inerpellate pensa che questa policy abbia effetti positivi, solo il 13% pensa il contrario, mentre per il 28% non incide in alcun modo. A livello europeo il 52% pensa che incida in modo positivo, mentre a livello globale è il 45%. Rispetto all'Italia sono più basse le percentuali di chi pensa che non condizioni, 20% in Europa e 19% globali. Sale, invece, la percentuale di chi pensa che incida negativamente, 27% per l'Europa e 36% globali.
Dalla ricerca di settembre emerge un drastico cambiamento nel rapporto tra il consumatore con il viaggio già prenotato. Il 74% del campione italiano e il 71% di quello globale ed europeo ha deciso di posticipare il proprio viaggio. Il 46% degli operatori italiani ha dovuto gestire vere e proprie cancellazioni, mentre il 52% riscontra un atteggiamento di attesa.
In discesa, almeno per quanto riguarda il dato italiano, la percentuale di chi decide di confermare la destinazione prenotata, dal 31,4% di maggio si è scesi al 17%.
Il 9% si è imbattuto in clienti orientati a cambiare la destinazione e il 2% a viaggiare come previsto.
Tra le domande poste al campione, quella mirata a capire come soddisfare i nuovi clienti. Tra i metodi più popolari tra gli operatori c'è la modifica delle policy di cancellazioni, 88% in Italia, 75% in Europa e 70% a livello global. Il campione italiano ha indicato con la stessa percentuale, 65%, tre voci, l'espansione dei canali di comunicazione con i clienti, la proposta di polizze assicurative e nuove sinergie con nuovi clienti e fornitori. Diversificare o cambiare l’offerta di prodotti e destinazioni è stato indicato dal 56% del campione italiano, ha percentuali più basse a livello europeo e globale.
Inoltre in relazione al ruolo futuro degli attori del turismo, il 33% pensa che debba essere rafforzato il ruolo di consulente, la stessa percentuale però ha detto anche che non lo sa, il 13% indica nessun cambiamento, mentre per il 10% sarà importante la diversificazione di prodotto e le flessibilità, il 3% suggerisce la maggior motivazione.
(Per maggiori informazioni:https://www.travelconsul.com/aigo)