Una crisi senza precedenti quella del settore dei congressi e degli eventi per un’industria che negli ultimi 5 anni aveva conosciuto un positivo e costante percorso di crescita, con un tasso di incremento medio del numero di eventi del 4,1% annuo. Il 69,7% degli eventi e dei congressi è stato cancellato facendo registrare una perdita di circa 215.000 eventi , il 16,9% è stato rinviato al 2021 e solo il 13,4% posticipato ad altra data nell’anno in corso.
Questi dati emergono dalla ricerca “L’impatto del Covid-19 sulla meetingindustry italiana: la prospettiva delle sediper eventi e congressi” realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri) in collaborazione con l’associazione della meeting industry italiana Federcongressi &eventi. Si evidenziano alcune differenze per tipologia di sede: negli alberghi congressuali in media il 71,2% degli eventi è stato definitivamente cancellato, l’11,2% posticipato e il 17,6% rinviato al 2021; nei centri congressi il 63,4% di tali eventi risulta cancellato, il 22,9% posticipato e il restante 13,7% rinviato all’anno successivo; nelle sedi congressuali fieristiche il 43,5% degli eventi risulta rinviato al 2021, il 38,8% è stato definitivamente cancellato e il 17,7% posticipato a una data successiva sempre del 2020.
Questa situazione si è tradotta in una riduzione del fatturato per eventi e congressi previsto per il 2020 mediamente del 76% rispetto a quello del 2019. In particolare, dalla ricerca emerge che il 21,3% degli alberghi congressuali stima una riduzione tra il 51% e il 75% del fatturato e ben il 68,5% valuta un decremento superiore al 75%; il 28,6% delle sedi congressuali fieristiche stima una riduzione tra il 51% e il 75% e ben il 57,1% la ritiene superiore al 75%; il 42,1% dei centri congressi calcola un calo tra il 51% e il 75% del fatturato mentre solo il 36,8% ritiene che la flessione possa essere maggiore del 75%.
(Per maggiori informazioni: www.federcongressi.it)