Al presidente Conte abbiamo sottolineato come sia necessario e imprescindibile definire un percorso ed una strategia per il rilancio, ma nel contempo abbiamo dovuto evidenziare come il settore alberghiero in Italia e il turismo in generale, siano ancora in una fase emergenziale che chiede quindi una serie di interventi urgenti, necessari per la salvaguardia stessa delle imprese - si legge in una nota di Confindustria Alberghi. Il settore è fortemente a rischio e ha davanti a sé ancora molti mesi di grande difficoltà.
Le misure fino a qui varate dall’esecutivo non hanno portato gli effetti attesi e, anche quando correttamente indirizzati, come nel caso degli affitti o dell’IMU, sono troppo limitati e parziali.
Abbiamo bisogno di misure che accompagnino le aziende almeno fino a tutto il 2020 e scelte coraggiose che aiutino il settore alla ripartenza.
In primis un taglio al costo del lavoro per creare le condizioni per la riapertura e per riportare i lavoratori alla piena retribuzione.
In prospettiva il settore ha bisogno di un profondo rinnovamento nel sistema delle regole che sono ormai ampiamente superate dalle nuove dinamiche del mercato.
La competizione a livello internazionale è fortissima ma l’Italia ha una posizione di assoluta leadership che certamente alla fine di questo tragico periodo permetterà all’economia del turismo di ripartire.
Dobbiamo accompagnare le aziende per permettere loro di sopravvivere in attesa della ripartenza ma oggi ribadiamo ancora una volta che la situazione è di assoluta gravità.
Anche per questo non possiamo non esprimere il nostro disappunto rispetto ad un programma degli Stati Generali che ha previsto per il settore del turismo solo poco più di un’ora e l’accesso in presenza fortemente contingentato.
Questo non riflette l’attenzione che ci saremmo aspettati rispetto ad un settore che e indubbiamente il più colpito e che costituisce una delle componenti primarie dell’economia del Paese - conclude la nota.
(Per maggiori informazioni: www.alberghiconfindustria.it)