Phocuswright ha analizzato lo stato d'animo dei viaggiatori al tempo del Covid-19. Indipendentemente dalle restrizioni imposte dai vari Paesi, c'è ancora molta paura individuale anche se tutti stanno cercando delle buone motivazioni per tornare a viaggiare. In America, Germania e Francia l'incoraggiamento può essere dato dal calo dei contagi, ma l'asticella dell'ottimismo inizia ad alzarsi debolmente solo a giugno, per poi aumentare lentamente fino a settembre.
Poco più del 50% della popolazione di Stati Uniti e Germania ha deciso di posticipare la programmazione dei viaggi da uno a sei mesi, stessa cosa l'Inghilterra (50%) e la Francia (circa 70%), situazione in cui le compagnie sono state in grado di soddisfare i clienti rispetto ai cambi di programma. Chi aveva programmato di viaggiare per motivi di piacere tra la fine di marzo e il 30 giugno ha scelto di posticipare il viaggio. La successiva azione comune è stata l'annullamento, ad eccezione del mercato tedesco. Le paure più comuni legate agli spostamenti variano da Paese a Paese: gli inglesi temono di ammalarsi una volta giunti a destinazione, i tedeschi di finire in quarantena durante la vacanza o al ritorno, mentre i francesi temono il contagio durante il viaggio. Per quanto grande sia la voglia di uscire finalmente dal guscio, più di un terzo dei viaggiatori ritiene che i propri governi debbano imporre restrizioni di viaggio più rigorose.
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