"In linea di massima il giudizio è positivo, nel senso che apprezziamo questa volontà di mettersi subito al lavoro e ci fa piacere che il #turismo sia stato considerato tra i settori più colpiti. Detto questo riteniamo che questo non possa essere "un decreto tombale" ma è un primo modo di iniziare a risolvere i problemi e nel nostro settore ne abbiamo moltissimi. Diciamo che è un primo ossigeno ma non ci salverà". A dirlo all' ANSA.it è Marina Lalli Bertolino, vicepresidente di #Federturismo.
"Ad esempio se diamo agli stagionali un 600 euro nel mese di marzo, non abbiamo risolto niente. Dare fino al 31 maggio una sorta di respiro con la sospensione di contributi e adempimenti fiscali è un aiuto in questo momento ma non può essere la risoluzione. Mentre il commercio di beni ha una ripresa immediata, viceversa il #turismo no. Quando questo virus finirà, il commercio sarà pronto a ripartire il giorno dopo mentre noi stiamo perdendo la finestra di entrata all'estate, stagione in cui molte nostre attività hanno un picco mostruoso. Per noi ci vorranno dei mesi prima che le prenotazioni ripartano sia per quanto riguarda gli alberghi, le agenzie di viaggio e i tour operator. La ripresa sarà a lunga scadenza. Noi perdiamo senza dubbio la stagione estiva e buona parte del nostro fatturato, per alcuni è anche l'unica perché nel nostro settore molte aziende sono stagionali. Quindi questo va considerato quando si rimetterà mano a queste misure e mi auguro che ci si rimetta mano".
"Un'altra cosa che è rimasta completamente fuori e che invece sarebbe degna di attenzione - dice la Lalli - è quella degli affitti. Molte delle nostre aziende, specialmente gli alberghi, pagano un affitto e il gestore non è sempre proprietario dell'immobile. Nel momento in cui gli si toglie liquidità, il gestore si vedrà costretto a svendere e questo è il nostro incubo: diventare preda di offerte mordi e fuggi e al ribasso e essere costretti a svendere il sistema turistico italiano".
"L'altra cosa che ci lascia perplessi - conclude - è che, da quello che capiamo, si è deciso di demandare all'Ice tutta la parte di promozione e non all'Enit che se ne occupa specificatamente. Per quanto sia un ottimo istituto e funzioni bene l'Ice ha delle regole molto più orientate sui beni come è giusto".
(ANSA 17 MARZO 2020 > #Coronavirus #CoronavirusItalia #COVID19italia #COVID19 #COVID_19)