Confindustria Alberghi è stata audita questa mattina dalla V Commissione bilancio, tesoro e programmazione in merito al Disegno di legge di Conversione del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid -19.
Lo stato in cui versa il settore alberghiero è gravissimo e abbiamo bisogno di risposte immediate, veloci ed efficaci per poter recuperare, almeno parzialmente, la stagione estiva alle porte.
Non c’è più tempo e ad oggi mancano regole chiare ed omogenee necessarie ad indirizzare l’attività alberghiera e soprattutto a restituire quel clima di fiducia indispensabile a far tornare credibile e sicura la nostra destinazione sia per il cosiddetto turismo di prossimità che agli occhi dei viaggiatori internazionali.
Sono trascorsi ormai tre mesi e il mondo alberghiero, pur non essendo stato direttamente coinvolto da provvedimenti di chiusura, ha subito il totale azzeramento della domanda costringendo oltre il 95% delle strutture ad interrompere l’attività e il 97% degli addetti a casa in attesa della cassa integrazione, senza considerare i lavoratori stagionali che non possono essere richiamati in servizio.
Le imprese attendevano il decreto sin dai primi giorni di aprile, Il provvedimento nel suo complesso presenta alcune misure interessanti, ma se fosse arrivato per quella data forse oggi avrebbe espletato i suoi effetti.
Tra le misure più attesa quella sugli affitti che riguarda solo i tre mesi appena trascorsi mentre è necessario prevedere l’estensione della misura anche per i prossimi al fine di accompagnare le imprese nel delicato percorso di recupero di un adeguato equilibrio economico.
Altro tema molto importante è quello degli ammortizzatori sociali per i quali la durata stabilita è certamente insufficiente ma, a tal riguardo, abbiamo proposto anche di prevedere per ciascuno dei lavoratori chiamati o richiamati in servizio, una riduzione del costo del lavoro corrispondente all’attuale erogazione percepita sotto forma di ammortizzatore sociale o altra indennità. Questa misura, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, avrebbe un profondo impatto sociale ed economico, riportando alla vita attiva ed alla retribuzione piena lavoratori che ormai da più di tre mesi sono forzosamente a casa.
L’Italia non perderà il suo primato turistico ma se non si interverrà applicando velocemente misure a sostegno dell’offerta c’è il grosso timore che le difficoltà di oggi possano scatenare appetiti speculativi se non addirittura aprire la strada a capitali di dubbia provenienza e operazioni opache.
Il decreto rilancio non risolve i grandi problemi e per questo c’è necessità di una strategia complessiva per la salvaguardia e il rilancio del settore – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.