Federterme ribadisce il suo “no” alla introduzione della tassa di soggiorno nei comuni termali perché rappresenta un aggravio immediatamente percepito sia per il turista e il turista termale che per le imprese termali, che incide in modo pesantemente negativo sulle prospettive di uscita dalla crisi in atto.
Questa è la posizione espressa dal Consiglio Direttivo di Federterme/Confindustria, nella riunione del 13 luglio, a Roma ed è in contrasto con il “via libera”, deciso a Chianciano, dal Direttivo dell’Associazione Comuni termali Italiani (ANCOT), ai propri associati (41 dei 180 comuni termali italiani) per consentire l’introduzione della tassa di soggiorno per le strutture ricettive, a partire dal 2012.
Per FEDERTERME quella decisione unilaterale rappresenta un vulnus del Protocollo sottoscritto da ANCOT il 13 aprile nel quale si prevedeva di “operare per la esenzione della tassa di soggiorno (se adottata) per i Comuni termali e per vincolarne l’introito a finalità di promozione del turismo termale”.
Il Direttivo di Federterme è consapevole delle motivazioni e della crescente pressione di molti Sindaci per avvalersi della facoltà (la legge infatti non prevede un obbligo) di applicare la tassa di soggiorno nelle strutture ricettive, per raccogliere risorse aggiuntive per contenere gli effetti dei tagli delle risorse destinate agli enti locali, ma esprime forti preoccupazioni per gli effetti della tassa di soggiorno sui flussi turistici nelle città termali.
La tassa di soggiorno venne istituita in Italia nel 1916 proprio per i Comuni sedi di stazioni di soggiorno e cura, modificata più volte ed estesa, con esenzioni proprio per coloro che soggiornavano per effettuare le cure termali, dopo numerosi cambiamenti cancellata dall’ordinamento italiano nel 1993, perché considerata obsoleta, improduttiva e in contrasto con l’esigenza di promuovere il turismo italiano.
Le acque termali rappresentano un vero e proprio patrimonio naturale a disposizione di tutti i cittadini nelle 20 regioni, tramite circa 400 stabilimenti termali accreditati con il Servizio sanitario nazionale, localizzati in 180 comuni.
(Per informazioni sugli stabilimenti e le cure termali disponibili: www.federterme.it)
Roma 15 luglio 2011