“Pensavamo di essere su ‘Scherzi a Parte’: soltanto così potevamo spiegarci le notizie, che arrivavano da Roma, di cartelle con i conguagli Ama, in alcuni casi per decine di migliaia di euro, recapitate ai ristoratori della Capitale. E’ bastata qualche telefonata, però, per capire che siamo, invece, di fronte all’ennesimo schiaffo alla categoria, che versa in condizioni disperate”.

Paolo Bianchini, presidente del Movimento Imprese Ospitalità (M.I.O.) Italia è una furia: “Non è bastato il blocco di tre mesi dell’attività; non sono bastate le ferree regole igienico-sanitarie imposteci per la riapertura; non sono bastate le promesse, mai mantenute, di liquidità a fondo perduto; non è bastato il crollo delle presenze turistiche. Adesso, a Roma cercano di uccidere la ristorazione attraverso una persecuzione assurda e fuori da ogni logica: si sono fermate addirittura le cartelle di Equitalia riscossione, per dare respiro a tutte le imprese, e l’Ama tira fuori, in piena crisi, conguagli da pagare subito. O c’è un disegno per massacrare definitivamente il settore – e in questo caso ce lo facciano sapere – o siamo alla follia pura”.
“I ristoratori – conclude Bianchini – sono alla fame e non staranno a guardare il Governo e le altre istituzioni, che lavorano per affossarli definitivamente. Dateci aiuti, non bollette da pagare: la morte della ristorazione comporterebbe, a catena, la fine di intere filiere produttive e il collasso del sistema economico italiano. Il premier Conte e gli ‘scienziati’ che sono al suo fianco cerchino di capirlo, prima che sia troppo tardi”.

(Per maggiori informazioni: www.mioitalia.it)