Secondo Trip, il modello di previsione dei flussi turistici internazionali elaborato da Ciset-Ca’ Foscari, non si arresta la crescita del comparto turistico mondiale, con ricadute positive per il nostro Paese sebbene l’incremento sia comunque inferiore all’anno scorso a causa dei timori per Brexit, dazi Usa e stagnazione Ue. Il primo trimestre del 2019 ha totalizzato a livello mondiale un aumento del 4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, segnando un -2% rispetto al passato biennio, ma comunque in linea con la dinamica di lungo termine 2010-2020, stimata pari al +3,8% medio annuo.


Le economie avanzate confermano la loro posizione consolidando il peso sul mercato turistico globale con una quota del 54,6%, mentre l'Europa dovrebbe attestarsi  intorno a +3,7%. Le motivazioni di tale andamento rimangono tuttora legate alle condizioni geopolitiche in alcune aree del mondo, cui si aggiungono i possibili effetti della guerra commerciale minacciata dagli Stati Uniti, nonché l’incertezza sulle reali capacità dell’Eurozona di evitare un’ulteriore fase di stagnazione, a fronte del raffreddamento dell’economia tedesca e delle incognite ancora in campo a seguito della Brexit.
A fronte di questo scenario, a fine 2019, il movimento turistico mondiale dovrebbe avvicinarsi al miliardo e 500 milioni di arrivi, come confermato anche dall'Organizzazione Mondiale del Turismo.
Le previsioni che seguono segnalano anche per l’Italia una dinamica molto positiva e in linea con la crescita record registrata lo scorso anno, crescendo del 2,7%.
I flussi incoming e outgoing per il nostro Paese relativi al 2019 sono stati raggruppati in 4 aree: l’Area Mediterranea (Francia, Spagna, Portogallo e Grecia), l’Europa Centrale (Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Olanda), il Nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Regno Unito e Irlanda) e l’Extra Europa (Usa, Canada, Australia, Giappone, America Latina e Africa). L’area dei Paesi extraeuropei è contraddistinta da un notevole incremento delle partenze nel 2019 che si tradurrà in una significativa crescita degli arrivi in Italia (+4,3%). Gli arrivi dagli Stati Uniti, che rappresentano più della metà dei flussi di questo raggruppamento, dovrebbero registrare un aumento del 6,9%. I flussi dal Giappone dovrebbero segnare quest'anno un trend positivo (+2,6%), seppur inferiore alla dinamica delle partenze. Dal prossimo anno dovrebbe manifestarsi un ulteriore consolidamento.
I Paesi dell’Europa Centrale rimangono il principale mercato di origine per l’Italia rappresentando, con circa 26 milioni di arrivi, circa la metà dei flussi dai principali Paesi. L’area mostrerà un andamento positivo sebbene inferiore alla media nell’anno in corso (+1,4%), mentre la dinamica prevista per i flussi tedeschi è del +1,3%.
I flussi provenienti dai Paesi dell’Area Mediterranea fanno registrare un moderato incremento nel 2019 (+1,3%): da segnalare la ripresa del mercato spagnolo (+2,0%) e la dinamica di quello francese che, con circa 4,8 milioni di arrivi, assorbe i due terzi dei flussi dall’area, mostrando un rinnovato interesse per il nostro Paese.
I Paesi del Nord Europa, che con circa 6 milioni di arrivi rappresentano, dopo l’area mediterranea, il mercato di origine meno consistente per il nostro paese, si caratterizzeranno per dinamiche positive (+1,1%). Il Regno Unito (che con 3,5 milioni di arrivi rappresenta quasi i due terzi dei flussi totali dall’area, nonché il quarto mercato europeo in termini di importanza), sarà contraddistinto da un trend di crescita di poco inferiore alla media (+0,7%).
Le partenze internazionali dall’Italia verso i principali Paesi raggiungeranno i 24 milioni, con tassi di incremento del 2,7%. Superiore alla media sarà la crescita dei flussi diretti verso l’Area Mediterranea (+2,9%). Le destinazioni mediterranee assorbono più della metà del totale dei flussi in partenza dal nostro Paese. Si conferma decisamente positivo nel 2019 il movimento verso la Francia (+2,8%), principale mercato di destinazione con quasi 8 milioni di partenze.
L’Europa Centrale mostrerà una crescita in linea con la media con tasso pari a +2,8%. Il Nord Europa sarà contraddistinto da un discreto incremento pari a +2,4% entrambi gli anni. Il Regno Unito, che rappresenta circa il 70% delle partenze verso l’area, sarà caratterizzato anch’esso da un +2,4%.
Infine, i Paesi dell’Extra Europa saranno caratterizzati da un andamento inferiore alla media (+1,4%). Tra le mete tradizionali d’oltreoceano, gli Stati Uniti registreranno un +1,9%.

( Per maggiori informazioni: https://www.unive.it/pag/18630/)