Secondo il quadro tracciato dall’ultimo rapporto trimestrale della Commissione Europea per i viaggi, il turismo europeo si mostra resiliente.
Ha registrato ottime performance durante i mesi estivi, con i viaggiatori che hanno scelto esperienze transfrontaliere nonostante i costi più elevati e le ondate di calore record. Secondo il rapporto gli arrivi internazionali in Europa sono aumentati del 3% su base annua, mentre gli arrivi con pernottamento sono aumentati del 2,7%.
In Europa, si prevede che la spesa per viaggi rappresenterà il 3,1% della spesa totale dei consumatori, superando sia la quota dell’anno scorso sia la media del periodo 2010-2019. Si prevede che la spesa totale dei visitatori crescerà del 9,9% nel 2025, a dimostrazione del duraturo fascino esercitato dall’Europa e della resilienza della domanda dei consumatori. Dei 34 Paesi analizzati, 30 hanno registrato un aumento degli arrivi e/o dei pernottamenti rispetto allo scorso anno. Tra questi, destinazioni del Mediterraneo meridionale come Malta (+12%), Cipro (+10%), Spagna (+4%) e Portogallo (+2%), dove i viaggi all’insegna del sole e del mare hanno ancora una volta consolidato la loro performance.
L’interesse per l’Europa settentrionale è rimasto elevato, con Norvegia (+14%) e Islanda (+3%) che hanno attratto visitatori in cerca di natura e temperature più fresche. Anche Finlandia (+14%), Lettonia (+7%) ed Estonia (+4%) hanno registrato notevoli guadagni, mentre Polonia (+13%) e Ungheria (+9%) hanno continuato a beneficiare della loro forte competitività di prezzo.
Al contrario, Germania (-2%), a seguito degli Europei di calcio dello scorso anno, e Turchia (-1%), a causa dell’aumento dei costi, hanno registrato lievi cali.
I risultati del rapporto indicano che alcuni viaggiatori stanno riconsiderando le loro scelte di viaggio: il 28% degli otto principali mercati di origine prevede di spostare i propri viaggi in mesi diversi nei prossimi due anni, principalmente per evitare la folla, risparmiare denaro e sfuggire al caldo estremo.
Il rapporto qualità-prezzo rimane un fattore chiave della domanda di viaggio in Europa. Sebbene l’inflazione dei prezzi per i servizi turistici stia rallentando, i prezzi sono ancora ben al di sopra dei livelli pre-pandemia. Ciò ha intensificato la concorrenza tra le destinazioni e ha incoraggiato i viaggiatori a cercare alternative convenienti che offrano esperienze simili. A beneficiare maggiormente di tale tendenza sono stati i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale come Polonia, Ungheria e Slovenia, attirando visitatori attratti sia dalla qualità sia dalla convenienza.
I viaggi dai mercati a lungo raggio verso l’Europa continuano a rafforzarsi. Il Giappone ha registrato un aumento del 24% degli arrivi in Europa su base annua, sostenuto dal miglioramento della connettività aerea e da uno yen più forte.
Anche la Cina ha registrato un aumento del 21%, con i viaggi cinesi in uscita sempre più trainati da viaggiatori più giovani. Tuttavia, per entrambi i mercati, oltre tre quarti delle destinazioni segnalate rimangono al di sotto dei livelli di volume pre-pandemia. In confronto, i viaggi dagli Stati Uniti sono aumentati del 5% su base annua, con un aumento cumulativo del 35% rispetto ai livelli pre-pandemia. Secondo l’ultima indagine sui rischi globali di Oxford Economics, le potenziali interruzioni derivanti dalla politica commerciale statunitense sono considerate il principale rischio al ribasso per i viaggi internazionali nei prossimi anni. Nonostante un’economia globale più lenta, le prospettive turistiche in Europa rimangono positive. I viaggiatori continuano a dare priorità alle vacanze nelle loro spese e utilizzano sempre più la tecnologia per trovare periodi di viaggio più convenienti e confortevoli. I rapporti prevedono un aumento del 6,8% degli arrivi internazionali in Europa nel 2026, trainato dalla continua ripresa dei mercati a lungo raggio, in particolare nell’area Asia-Pacifico.
(Per maggiori informazioni:https://commission.europa.eu/topics/transport-and-tourism_it)